Finisce oggi l’annuale kermesse di Lucca Comics & Games. Con un successo, se possibile, ancora più grande delle più grandi previsioni. Folla strabocchevole ed entusiasta, ressa nelle vie del centro da metrò nelle ore di punta, migliaia di giovanotti e giovanotte vestiti da Capitani Uncini, mostri spaziali, Cappuccetti rosso e Bianchenevi, guerrieri medievali, superoi assortiti, damine incipriate, manga vari. Padiglioni affollatissimi, vivaci, chiassosi, entusiasmo alle stelle. Tutto bene dunque?
Tutto benissimo (speriamo per gli espositori e gli organizzatori!), e per chi partecipava attivamente alla festa. Un po’ meno bene per chi la festa l’ha dovuta subire. Intendiamoci: non staremo a cercare il pelo nell’uovo che si deve pur rompere per fare la frittata, né vogliamo lamentarci del brodo troppo grasso. Ma Lucca è una città meravigliosa che dovrebbe essere trattata da tutti (soprattutto da chi l’amministra e la gestisce!) con attenzione e rispetto, e con attenzione e rispetto dovrebbero essere trattati coloro che vengono a goderne.
Qualcosa allora da ridire sugli otto chilometri di coda per entrare in città, con uscita ‘consigliata’ a Capannori e conseguente interminabile fila (oltre due ore!); qualcosa da ridire sull’ubicazione dell’unico parcheggio del salone, a quasi due chilometri dai padiglioni e con una navetta ‘fantasma’ che, una volta materializzatasi, portava solo al capo opposto della città, alla stazione, lasciando all’incauto visitatore un bel tragitto da farsi comunque a piedi; qualcosa da ridire sul servizio ferroviario approntato, simile ad un continuo e grottesco ‘assalto alla diligenza’; qualcosa da ridire dunque, senza indugiare sui piccoli disservizi di programma che possiamo considerare fisiologici, sull’organizzazione generale della kermesse che è diventata, per i disagi che ha provocato a mezza regione, un vero e proprio problema di ordine pubblico.
Ma i giovani si sono divertiti, gli appassionati hanno goduto, i collezionisti hanno comprato. Arrivederci quindi all’anno prossimo. Con un successo, auguriamo, ancora superiore. Con un’organizzazione, magari, un tantinello migliore!
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