Ci sono illustratori, grandi, grandissimi, che conquistano la loro arte con difficoltà e sforzo, studiando continuamente e sudando su ogni singola linea che tracciano sulla carta, e ce ne sono altri, altrettanto grandi, grandissimi, baciati in fronte dalla fortuna, cui tutto viene facile; artisti che sembrano non dover faticare per nulla sulla tavola, quasi che il disegno si disponga per magia sotto la loro matita e davanti ai nostri occhi.
Hansel e Gretel, 1989 |
The happy rag, 1990 |
Quella sorta di ‘stato di grazia’ (come l’abbiamo chiamato) si riverbera nella stesura ‘verbale’ delle storie che, anch’esse semplici e immediate, ci appaiono godere del medesimo magico understatement, chiuse e definite perfettamente nel loro cerchio ideale.
Naturalmente poi quell’understatement che abbiamo citato già tre volte è anche la chiave con cui possiamo analizzare e giudicare la sua arte. Accompagnandolo magari con la constatazione del suo pieno inserirsi in quel filone molto anglosassone dell’illustrazione e della scrittura di libri per bambini che possiamo definire ‘ricostruzione fantastica del reale’. Altri grandi illustratori hanno seguito le stesse tracce (pensiamo a Michael Foreman e David McKee, ad esempio), inventando storie in cui la vita quotidiana e l’esperienza formativa del bambino si mescolano senza soluzione di continuità con quel mondo fantastico che il bambino stesso impara presto a conoscere e su cui si trova a fantasticare.
Ecco quindi che i libri più felici di Tony Ross sono quelli che raccontano le giornate, simili, uguali a quelle dei nostri bimbi, della Piccola Principessa che è sì ‘principessa’ (con le bizze e le bizzarrie di una vera principessa!) ma deve sottostare al training di ogni bambino; deve organizzarsi i suoi giochi, deve accomodarsi sul vasino, dovrà perdere un dente di latte e avrà il sacro terrore di allontanarsi, anche solo per pochi momenti, dalla regina-mamma.
I want my potty, 1986 |
I want my potty, 1986 |
Intorno alla Piccola Principessa la corte ruota come un condominio, con babbo e mamma preoccupatissimi di ogni capriccio, con il cuoco, la cameriera, e persino il generale e l’ammiraglio, tutti dedicati a esaudire ogni capriccio. E quella bambina con la camiciola bianca e la corona in testa somiglia tanto, ma proprio tanto, a tutte le altre bambine che sono, per la mamma e il papà, Piccole Principesse anche loro.
Il mondo understatement (ancora!) della Piccola Principessa ruota tutto intorno ai piccoli straordinari fatti della sua crescita, alla scoperta personale del mondo che la circonda. Il bambino, principe o no, elabora la sua esperienza, la verifica con le sue paure, le sue angoscie, le sue gioie e i suoi turbamenti, tracciando un proprio percorso di formazione. Che Tony Ross disegna e racconta con la solita, ironica, maestria e il consueto, bonario, understatement.
In Italia i libri di Tony Ross sono pubblicati da molti editori tra cui El, Mondadori, Il Castoro, Lapis.
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