mercoledì 29 febbraio 2012

Assaggi da BilBolBul

Primo assaggio delle iniziative di BilBolBul (a cura di Hamelin in collaborazione con Orecchio Acerbo) dal 1 al 4 marzo. Stuzzicanti. Prima che la consueta valanga di eventi primaverili nella città di Bologna, a cavallo con la Children Book Fair, ci costringa a issare bandiera bianca.

Giovedì 1 marzo

ore 16,30 | Università | Facoltà di lettere e filosofia | via Zamboni 38 | aula 3
Conferenza di Atak "I confini tra le arti"



Atak

Ore 19,00  | Museo Archeologico | via dell’Archiginnasio 2
Inaugurazione mostra
"Mirabilia" di Atak
"Officina Ghermandi" di Francesca Ghermandi

Francesca Ghermandi

Venerdì 2 marzo

ore 19,00 | Galleria Squadro | via Nazario Sauro 27/b
Inaugurazione mostra "Hors-Zone" di Blexbolex


Blexbolex

Sabato 3 marzo

Ore 15,00 | Sala Borsa - Auditorium | Piazza Nettuno 3
Incontro Atak + Blexbolex

Ore 16,30 | Cinema Lumiere | via Azzo Gardino 65
Incontro Mara Cerri, Alice Rohrwacher, Goffredo Fofi.
A seguire proiezione del cortometraggio "Via Curiel 8"

Domenica 4 marzo

Ore 13,30 | Restarte Contemporary Concept | piazza San Michele 4/C
Inaugurazione mostra  "Via Curiel 8" di Mara Cerri e Magda Guidi

Mara Cerri

Ore 16,30 | Sala Borsa - Auditorium | Piazza Nettuno 3
Cronache Dolenti, Povera Patria
Incontro con Francesca Ghermandi, Giorgio Vasta e Enrico Fornaroli

19,30 | Hotel Al Cappello rosso
Inaugurazione della stanza disegnata da Blexbolex

martedì 28 febbraio 2012

Libri a vànvera

Il giorno ad urlapicchio

Ci son dei giorni smègi e lombidiosi
col cielo dagro e un fònzero gongruto
ci son meriggi gnàlidi e budriosi
che plògidan sul mondo infrangelluto,
ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzzìllano, i bernecchi
ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;
è un giorno per le vànvere, un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui m'hai detto "t'amo per davvero".

Fosco Maraini


A fare da levatrice alla nuova editoria illustrata  Guido Scarabottolo ci ha preso gusto e così, se possiamo ricordare che dal suo sodalizio con Giovanna Zoboli e i Libri a naso è nato Topipittori e che il primo titolo di Prìncipi & Princípi fu, ormai due anni fa, Le avventure di Pinocchio, disegnato da lui, non ci sorprende certo che il nostro tenga oggi a battesimo una nuova casa editrice, Vànvere, e illustri il suo primo libro: Bestiario accidentale.

Con Guido si può dire che tutto e nulla è 'accidentale', abituato com’è ad un elegante e raffinato understatement, a un silenzio ovattato, quasi ad un’afasia che è solo ansia di non affollare le orecchie altrui di chiacchiericcio inutile. Guido parla in genere d’altro, divaga, si colloca costantemente in quella linea di mezza costa che gli permette di essere classico tra i classici, maestro tra i maestri, giovane illustratore ‘di tendenza’ tra i giovani illustratori ‘di tendenza’.

Vànvere è parola toscana: più o meno significa, 'a casaccio'. Una cosa ‘a vànvera’ è qualcosa fatta pressappoco, con trasandata noncuranza. Crediamo che Stefania Camilli, battezzando così la sua nuova sigla editoriale, abbia voluto incrociar le dita e toccar ferro, cautelarsi contro ogni rischio di sciatteria. Quasi un esorcismo.
Il Bestiario accidentale si compone di animali capitati lì per caso, dichiara l’autore in ultima di coperta, senza ordine, organizzati in maniera sghemba: tapiri con le mutande, balene spiaggiate, pipistrelli rovesciati, gatti del Cheshire, asini volanti, gufi di città. L’accidente diventa necessità e l’organizzazione casuale del sapere, nelle mani di Guido Scarabottolo, ordine essenzialmente superiore.


Guido Scarabottolo: Bestiario accidentale

Guido Scarabottolo: Bestiario accidentale

Guido Scarabottolo: Bestiario accidentale

Guido Scarabottolo: Bestiario accidentale

Guido Scarabottolo: Bestiario accidentale


Non solo bestiario, perché in questo mese di Febbraio Guido ha dato alle stampe un secondo volume di disegni, questa volta con i testi di Giovanna Zoboli, per Topipittori.

Cose che non vedo dalla mia finestra, e già il titolo dice tutto. È una raccolta di disegni che parlano costantemente d’altro, che si rifugiano in corner, che avvicinano alberi tagliati a edifici mai costruiti, pensieri nascosti a libri che non dicono niente, strade senza nome a cartoline mai spedite. Una raccolta svagata, che non àncora le pagine a un concetto preciso, a una storia raccontata e raccontabile ma che, comunque, insieme al Bestiario accidentale, ci racconta bene quella sovrana leggerezza che Guido ha posto come fondamenta irrinunciabile del suo essere artista. 

Guido Scarabottolo: Cose che non vedo dalla mia finestra

Guido Scarabottolo: Cose che non vedo dalla mia finestra

Guido Scarabottolo: Cose che non vedo dalla mia finestra

Guido Scarabottolo: Cose che non vedo dalla mia finestra

Guido Scarabottolo: Cose che non vedo dalla mia finestra


Entrambi i libri a metà marzo in libreria. Verranno presentati alla Children Book Fair di Bologna, dal 19 al 23 marzo.


ps. Da non dimenticare nemmeno che presso lo stand  di Prìncipi & Princípi, 26 A14, presenteremo anche l'ultimo libro che Guido Scarabottolo ha illustrato per noi, Il diavolo nella bottiglia di Robert Louis Stevenson, in libreria dal dicembre scorso.

lunedì 27 febbraio 2012

Gli inchiostri di José Muñoz

"Nelle visioni di Muñoz le immagini emergono dall’oscurità: come da un loro arcano buio cominciamento. E non soltanto in questa serie di inchiostri dove il non figurativo è segno e simbolo della meraviglia, il configurarsi di modi quasi da astrattista in uno dei più cospicui autori di fumetti del presente (come dimenticare il detective newyorchese Alack Sinner nella sua tetra, drammatica Tebe di grattacieli?).
I volti umani che si accampano sulla carta sono impastati della stessa materia dei suoi fantasmi. Più che retaggio di una tendenza marcata delle arti contemporanee essi testimoniano, nel loro apparire e minaccioso profilarsi, la loro antica natura di creature positive. Intravvediamo che un tempo esse forse furono alberi o cieli o stelle. Ma talvolta hanno volti umani, di femmine di risentita bruttezza e di maschi che inalberano sorrisi di perfida ebetitudine sui nodi delle loro tronfie cravatte. Cosicché i due registri su cui José Muñoz sembra applicarsi si rivelano non divergenti ma profondamente fraterni."

Fernando Bandini


Dunque, questi Inchiostri di José Muñoz rimandano al caos da cui escono faticosamente gli oggetti e i volti del grande disegnatore. Sembra quasi di seguire le volute di colore e lo svolgersi di un grande bang da cui la creazione deve cominciare, a fatica, a dipanarsi, Ci si allontana e avvicina, al tempo stesso, alla figura, ma questa si liquefà e si diluisce nel colore e nell'acqua, implode ed esplode, torna ad essere caos.
Anche noi, come Fernando Bandini, vediamo in questi disegni la ricomposizione tra arte astratta e fumetto e Alack Sinner lo sentiamo comunque occhieggiare (o è Carlos Gardel?) tra i fumi del colore.



In altro momento, parlando del José Muñoz di Alack Sinner avevamo scritto: "Il bianco e nero di José Muñoz è violento, quasi gestaltico, fonde e avvolge i personaggi che escono dall’ombra o si stagliano contro la luce. Ma suggerisce anche un atteggiamento preciso, giudizi di valore netti, non rifugge e anzi postula l’approfondimento e la chiarezza di esposizione. I tratti di penna che si staccano dalle masse nere segnano reticoli di rughe o ondular di capelli, pieghe di tessuti o efebici profili di donna, precisano i contesti spaziali e narrativi."


Adesso, ricongiungendo l'astratto e il figurativo, i piani si sono andati mescolando e forse nemmeno José è tanto sicuro della "precisione dei contesti spaziali e narrativi", e  anche il "giudizio di valore" tende ad ammorbidirsi e sfumare, insieme ai segni di inchiostro lasciati sulla pagina come avanzi di una coscienza che ha sempre più dubbi e sempre meno certezze.



José Muñoz, Encres, Galleria Nuages, Via del Lauro 10, Milano, dal 1 marzo al 21 aprile 2012. Inaugurazione giovedi 1 marzo, ore 18. Catalogo Nuages.

domenica 26 febbraio 2012

Vicini e lontani da Giulietta

A cinquanta metri dalle case dei Capuleti, dove un milione di persone l’anno si affollano per fotografare e farsi fotografare dal balcone di Giulietta, dove gli innamoratini chiudono i loro lucchetti 'mocciani' alle inferriate delle finestre, siglano cuoricini e appiccicano chewingum nel portale d’ingresso della casa-santuario, la Biblioteca Civica della città di Verona, più sommessamente ubicata nello slargo tra la vecchia facciata e il grande edificio progettato da Pierluigi Nervi, offre i suoi servizi proiettata nella centralissima via Cappello.

L'ingresso della Biblioteca Civica

L'ingresso della Biblioteca Civica

Al piano terra, contenuto da una grande vetrata lo spazio per la Sezione Ragazzi ha arredi moderni color rosso aranciato, una scelta di libri fin per la piccolissima età, una galleria che può ospitare e ospita continuamente mostre di illustrazione e grafica, introduttive al patrimonio di letture che viene offerto all’interno. E poi naturalmente bibliografie dedicate a momenti specifici, attività di laboratorio e animazione.

Il marchio delle Biblioteche di Verona

I Ritratti  & Palazzi dal laboratorio di Marco Paci

I Ritratti  & Palazzi dal laboratorio di Marco Paci

La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica

La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica

La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica

La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica

Introdotti da Luca Ganzerla, dottorando dell’Università di Verona, competente e coltissimo esperto di letteratura per l’infanzia, Marco Paci e Carolina D’Angelo hanno presentato il loro H. H. (ne abbiamo parlato già tanto e non vogliamo ripeterci) e l’attività della nostra casa editrice.

I disegni di Marco Paci per H. H.

La Sezione per i ragazzi è bella e molto ben frequentata, dicevamo, e la cornice dove è incastonata, la grande Biblioteca Civica capace di più di settecentomila volumi, importante e significativa. Con comprensibile orgoglio il direttore della Sezione ragazzi, Daniele Todesco, ci fa da guida negli spazi storici della Biblioteca, dalla Protomoteca, con le effigi, in bella fila, degli uomini illustri della città, fino a quel gioiellino di sapere ed eleganza che è l’antica Biblioteca ecclesiastica. Bel contrasto con la Disneyland del cattivo gusto che, pochi metri più in là, ricorda le infelici vicende di Romeo e Giulietta, amanti immortali arruolati in pianta stabile alle ragioni del marketing.

Gli uomini illustri della Protomoteca

Gli uomini illustri della Protomoteca

La Sala della storica Biblioteca ecclesiastica

La scatola segreta di Biancaneve



Si cominciano a scaldare i muscoli in attesa della 2012 Children Book Fair, che, dentro e fuori salone, per tutto il mese di marzo ed oltre vedrà la città di Bologna al centro dell'attenzione mondiale di editori, illustratori, librai, bibliotecari. Cominciano le Edizioni Logos  a presentare, con i buoni uffici di BilBolBul, nei locali della Pinacoteca Nazionale, Via Belle Arti 56, Snowhite's Secret Box, la rassegna delle illustrazioni famose e inquietanti di Ana Juan, l'artista spagnola celebre per le sue copertine del New Yorker. La mostra sarà inaugurata il 29 febbraio e resterà aperta fino al 31 marzo.




venerdì 24 febbraio 2012

Libri italiani in Giappone

Barbara Schiaffino è visibilmente soddisfatta quando ci racconta del successo della mostra, Viaggio in Italia, recentemente conclusa a Tokyo. I duecentocinquanta libri, di cinquanta editori, che raccontano l'Italia di oggi, dall'arte, alla storia, alla cucina, alle tradizioni popolari, alle fiabe, all'urbanistica (ma che affrontano anche nervi scoperti quali il razzismo, l'emigrazione, lo spopolamento delle campagne...) sono stati esposti nella grande sala dell'edificio 'rosso ciliegia', progettato da Gae Aulenti, che ospita l'Istituto Italiano di Cultura. L'organizzazione dell'evento, naturalmente, della rivista Andersen.




Soddisfazione, dicevamo per i quasi duemila visitatori e per l'attenzione che i media (stampa e web) hanno riservato all'avvenimento. Nella sala, a ciclo continuo, un omaggio che i genovesissimi redattori di Andersen hanno tributato alla loro città, a quel grande amico che è stato Lele Luzzati, e anche a loro stessi: Genova, sinfonia di una città, che è stato l'ultimo lavoro di animazione di Lele.
Il video è stato realizzato da Luigi Berio, autore e regista, (insieme alla sua factory www.arteprima.com). 


Dopo la tappa di Tokyo la mostra si sposterà, nel corso della primavera a Osaka e Yokohama. Ci auguriamo la stessa attenzione che le è stata riservata a Tokyo.

mercoledì 22 febbraio 2012

Il libro delle bestie

Rudyard Kipling, Il libro delle bestie (Just so stories), illustrazioni di Daniela Pellegrini
Prìncipi & Princípi, pagg. 104, euro 15,00. Dall' 8 marzo in libreria.

Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini

Un luogo comune ci racconta che Rudyard Kipling fu il cantore massimo del colonialismo britannico. Nato in India, là vissuto a lungo, intriso di cultura certo non provinciale, forse non avrebbe potuto essere altrimenti. Ognuno è figlio del suo tempo e della sua storia, e Kipling lo era davvero, anche se una lettura recente della sua adesione alle ragioni del colonialismo ne accredita una visione, per così dire, caritatevole: l’Inghilterra cioè come garanzia dello sviluppo e della crescita delle nazioni e dei popoli ‘selvaggi’, necessitati ad essere guidati e aiutati nel loro percorso. Sarà pure così ma è certo che, se anche nelle sue storie traspare una continua e sincera comprensione delle ragioni degli altri, lo scrittore tende a nascondere dietro una prosa amabile, fascinosa (e a volte astuta) i nodi di sfruttamento e di oppressione, commerciale e sociale, che il colonialismo portava inevitabilmente con sé.

Comunque sia lo scrittore Kipling è straordinario e complesso, capace di fantasia e poesia; la sua prosa è complicata e allusiva, non tenta mai scorciatoie banali. Ogni sua pagina appare ancor oggi come un esempio di stile.

Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini

Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini

Da questo punto di vista queste Just so stories sono significativamente quasi perfette. Racconti che rimandano alla storia della creazione del mondo, ai primi miti ancestrali, e ci raccontano, quasi una vulgata delle teorie evolutive di Charles Darwin, come tutto sia in trasformazione costante, come gli animali si adeguino alle condizioni di vita e ambiente modificando e migliorando il loro aspetto e il loro comportamento. Racconti anche scintillanti per arguzia, facilmente divertenti ma intimamente complessi.

Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini

Come fu che all’elefante si allungò il naso fino a diventare la proboscide che tutti conosciamo? Com’è che il leopardo ottenne le sue macchie mimetiche? Come la tartaruga e il porcospino si trasformarono in armadillo? Storie tutte che sono il racconto di un'evoluzione e di una sopravvivenza mai facile, ottenuta sempre con la fatica quotidiana.

La traduzione che presentiamo in questo Libro delle Bestie (abbiamo mantenuto il titolo che il traduttore dette al suo lavoro all’inizio del ventesimo secolo) è quella classica di Silvio Spaventa Filippi, letterato astuto e colto che fu il primo direttore del Corriere dei Piccoli. Spaventa Filippi ci è piaciuto perché non riduce mai la lingua di Kipling a un volgare gergo ‘bambinese’. Le parole sono sempre complesse, a volte raffinate, e quello che se ne ricava è il racconto di un’esperienza di scrittura scintillante.

Anche i disegni di Daniela Pellegrini corrono nella stessa direzione. Pastelli gessosi, coloratissimi e morbidi, non hanno modelli vincenti da seguire. Daniela osserva le lezioni dei maestri ma poi cerca e trova una sua strada di intervento che sposa semplicità e complessità, adesione e distacco.  

Just so stories fu illustrato alle origini dallo stesso Kipling con incisioni in nitido bianco nero, poi la teoria degli illustratori del testo si allunga fino a toccare grandi artisti storici quali Ugo Finozzi, o contemporanei quali Etienne Delessert e Simona Mulazzani.  
Daniela Pellegrini si colloca nel solco di quella tradizione dandoci una versione del  libro convincente e significativa.

Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini

martedì 21 febbraio 2012

Libri recuperati. 15. L'arte del Bacino

Libri che non avevamo segnalato perché il nostro blog non esisteva ancora. Libri che abbiamo segnalato altrove. Libri che meritano comunque di essere segnalati e ricordati. Libri mai usciti in Italia. Libri memorabili per testi e immagini. Libri.

15. Jean Claverie, Michelle Nikly. L'arte del Bacino

Un libro per tutti i bambini coccoloni, per le mamme tenere, le nonne sdolcinate, i nonni che stravedono per il piccolino e che non si possono trattenere dal bagnarlo con onde di saliva, affettuosa ma, a volte, imbarazzante.

Un libro per tutte le ore, necessario e indispensabile. Prima di andare a letto o appena alzati.

Un testo scritto da Michelle Nikly e illustrato da Jean Claverie con il suo inconfondibile tratto che sembra veloce e spontaneo ma in realtà è sapiente e accuratissimo. Colori intensi e delicati. Un libro che chiede tanti bacini. Ora, domani, sempre.




I bacini dappertutto

Come dice il nome, sono diffusi in tutte le parti accessibili del corpo,
e accompagnati da onomatopee in "u"
(purupù, cuccurù, brubrubrù)
che hanno il compito, senza dubbio, di facilitare il bacino,
visto che le labbra sono già nella posizione ideale.


Il bacino della mattina

Anche animato dai migliori sentimenti
stranamente non trova un'accoglienza altrettanto entusiasta
da parte dei destinatari, specialmente nei giorni
in cui la sveglia è a riposo.


Il bacino acrobatico
Sempre molto apprezzato, può essere eseguito
con diverse varianti.
Accompagnato di norma da matte risate sussultorie,
va accuratamente evitato dopo i pasti.


ps. L'arte del Bacino, edito (1995) dalle Edizioni Giannino Stoppani, dovrebbe esserci ancora, almeno nella loro libreria, a Bologna. Non abbiamo controllato ma siamo sicuri che, chi se lo fosse perso, lì lo può ancora trovare.