Nel 1958 si trasferisce in Italia, a Milano, e nel 1959 subentra a Kurt Caesar nella realizzazione delle copertine de “I romanzi di Urania”. Produzione ininterrotta, con oltre 1300 disegni, fin quasi alla morte, avvenuta nel 2000.
Karel Thole, copertina di Urania |
D’altra parte è plausibile e sensata l’ipotesi che il Thole medesimo nient’altri sia stato se non un prediletto allievo di Rembrandt van Rijn rimbalzato, per una delle tante pieghe spazio-temporali possibili, dalle parti di Milano, sui laghi superiori, a Cannobio.
Ipotesi che non coprono l’arco intero delle possibilità. Karel Thole sfuggiva infatti alle definizioni soprattutto perché tutte poteva riassumerle e a tutte poteva adattarsi. Era possibile vederlo goticheggiare, gotico tra i gotici, in quel libro ormai introvabile che si chiamò Le primavere del mostro (Quadragono, 1975) dove, mentre il testo di Piero Zanotto si avventurava nelle pieghe dell’horror cinematografico, il pennello di Thole indugiava sui tanti incubi che l’idea di ‘mostro’ suscita in noi, da quelli di cartapesta del cinema, appunto, a quelli ben più inquietanti che si annidano nel nostro immaginario privato.
Karel Thole, Le primavere del mostro, Quadragono 1975 |
Karel Thole, Le primavere del mostro, Quadragono 1975 |
In ogni caso e sotto qualsiasi forma, invasore dello spazio, allievo di Rembrandt, o altro, Karel Thole (che beffa del destino lui, che alla fine della vita si trovò quasi cieco a disegnare con un monocolo-telescopio che si era costruito da solo!) rivendicò comunque soprattutto la dignità, la complessità e, perché no, la fatica del quotidiano lavoro, assai poco alieno, o forse proprio per questo alieno, di illustratore.
Famosissimo per le sue copertina di Urania e per il sodalizio quarantennale con le edizioni di Arnoldo Mondadori, Thole, quasi per contrasto con la ricchezza barocca e fantasmagorica di quelle immagini, aveva raccolto, in un prezioso catalogo per Nuages i suoi disegni più minuti, risalenti quasi tutti alla sua prima maturità in Olanda. Sono, quelli di questo Mosaico, disegni tracciati con raffinata pedanteria, eppure immediati e popolari: capilettere e finalini, azioni e ambienti, tutto l’armamentario consueto e colto dell’illustrazione europea.
L’allievo di Rembrandt van Rijn, all’epoca in cui tracciava questi disegni, non era ancora stato assoldato dalle Legioni dello Spazio, e il 'maestro del pennino' non aveva ancora incontrato il contiguo 'maestro delle tempere colorate'.
Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963 |
Michelangelo, osservando un blocco di marmo di Carrara, non la pensava diversamente.
Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963 |
Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963 |
Testo rielaborato da: Andrea Rauch, Il mondo come Design e rappresentazione, Usher arte, 2009.
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