mercoledì 15 febbraio 2012

Maestri 28. Karel Thole

Carolus Adrianus Maria Thole nasce in Olanda, a Bussum, nel 1914. Inizia la sua carriera di illustratore muovendosi nell'ambiente pubblicitario ed editoriale.
Nel 1958 si trasferisce in Italia, a Milano, e nel 1959 subentra a Kurt Caesar nella realizzazione delle copertine de “I romanzi di Urania”. Produzione ininterrotta, con oltre 1300 disegni, fin quasi alla morte, avvenuta nel 2000.


Karel Thole, copertina di Urania

Fruttero e Lucentini erano fermamente convinti che Karel Thole fosse una staffetta della prossima, inevitabile, invasione dalla spazio che, con il pretesto di illustrare copertine di fantascienza, venisse a mostrarci in anteprima le immagini dei mondi alieni per rendercele familiari.
D’altra parte è plausibile e sensata l’ipotesi che il Thole medesimo nient’altri sia stato se non un prediletto allievo di Rembrandt van Rijn rimbalzato, per una delle tante pieghe spazio-temporali possibili, dalle parti di Milano, sui laghi superiori, a Cannobio.

Karel Thole, copertina di Urania

Ipotesi che non coprono l’arco intero delle possibilità. Karel Thole sfuggiva infatti alle definizioni soprattutto perché tutte poteva riassumerle e a tutte poteva adattarsi. Era possibile vederlo goticheggiare, gotico tra i gotici, in quel libro ormai introvabile che si chiamò Le primavere del mostro (Quadragono, 1975) dove, mentre il testo di Piero Zanotto si avventurava nelle pieghe dell’horror cinematografico, il pennello di Thole indugiava sui tanti incubi che l’idea di ‘mostro’ suscita in noi, da quelli di cartapesta del cinema, appunto, a quelli ben più inquietanti che si annidano nel nostro immaginario privato.

Karel Thole, Le primavere del mostro, Quadragono 1975



Karel Thole, Le primavere del mostro, Quadragono 1975
Potevamo anche trovarlo intento a incipriare, con un suo pennino metaforico, il naso di una vezzosa damina veneziana, oppure a sottolineare, con la tempera che scava luci dal foglio nero, uno degli incubi cupi di Allan Poe; o ancora a popolare lande extraterrestri con piante e animali che cercano il futuro probabile in surreali ricordi da Max Ernst.

In ogni caso e sotto qualsiasi forma, invasore dello spazio, allievo di Rembrandt, o altro, Karel Thole (che beffa del destino lui, che alla fine della vita si trovò quasi cieco a disegnare con un monocolo-telescopio che si era costruito da solo!) rivendicò comunque soprattutto la dignità, la complessità e, perché no, la fatica del quotidiano lavoro, assai poco alieno, o forse proprio per questo alieno, di illustratore.

Famosissimo per le sue copertina di Urania e per il sodalizio quarantennale con le edizioni di Arnoldo Mondadori, Thole, quasi per contrasto con la ricchezza barocca e fantasmagorica di quelle immagini, aveva raccolto, in un prezioso catalogo per Nuages i suoi disegni più minuti, risalenti quasi tutti alla sua prima maturità in Olanda. Sono, quelli di questo Mosaico, disegni tracciati con raffinata pedanteria, eppure immediati e popolari: capilettere e finalini, azioni e ambienti, tutto l’armamentario consueto e colto dell’illustrazione europea.

L’allievo di Rembrandt van Rijn, all’epoca in cui tracciava questi disegni, non era ancora stato assoldato dalle Legioni dello Spazio, e il 'maestro del pennino' non aveva ancora incontrato il contiguo 'maestro delle tempere colorate'.

Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963

In qualche pagina di quel catalogo si getta, comunque, un ponte tra tutti i Thole possibili, i passati e i futuri. Le straordinarie illustrazioni scraper-board per il ciclo mondadoriano di Fantomas (primi anni sessanta) mostrano intere le potenzialità, quasi spirituali, che Thole scopre nella carta nera: «[...] una porta aperta su qualcosa che, dietro quella porta, è al buio completo: può essere uno spazio di due metri per due, ma può anche essere uno spazio infinito[...]»
Michelangelo, osservando un blocco di marmo di Carrara, non la pensava diversamente.

Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963

Karel Thole, Copertina per Fantomas, 1963
Testo rielaborato da: Andrea Rauch, Il mondo come Design e rappresentazione, Usher arte, 2009.

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