A cinquanta metri dalle case dei Capuleti, dove un milione di persone l’anno si affollano per fotografare e farsi fotografare dal balcone di
Giulietta, dove gli innamoratini chiudono i loro lucchetti 'mocciani' alle inferriate delle finestre, siglano cuoricini e appiccicano
chewingum nel portale d’ingresso della casa-santuario, la
Biblioteca Civica della città di Verona, più sommessamente ubicata nello slargo tra la vecchia facciata e il grande edificio progettato da
Pierluigi Nervi, offre i suoi servizi proiettata nella centralissima via Cappello.
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L'ingresso della Biblioteca Civica |
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L'ingresso della Biblioteca Civica |
Al piano terra, contenuto da una grande vetrata lo spazio per la
Sezione Ragazzi ha arredi moderni color rosso aranciato, una scelta di libri fin per la piccolissima età, una galleria che può ospitare e ospita continuamente mostre di illustrazione e grafica, introduttive al patrimonio di letture che viene offerto all’interno. E poi naturalmente bibliografie dedicate a momenti specifici, attività di laboratorio e animazione.
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Il marchio delle Biblioteche di Verona |
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I Ritratti & Palazzi dal laboratorio di Marco Paci |
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I Ritratti & Palazzi dal laboratorio di Marco Paci |
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La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica |
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La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica |
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La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica |
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La Sezione Ragazzi della Biblioteca Civica |
Introdotti da
Luca Ganzerla, dottorando dell’Università di Verona, competente e coltissimo esperto di letteratura per l’infanzia,
Marco Paci e
Carolina D’Angelo hanno presentato il loro
H. H. (
ne abbiamo parlato già tanto e non vogliamo ripeterci) e l’attività della nostra casa editrice.
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I disegni di Marco Paci per H. H. |
La
Sezione per i ragazzi è bella e molto ben frequentata, dicevamo, e la cornice dove è incastonata, la grande
Biblioteca Civica capace di più di settecentomila volumi, importante e significativa. Con comprensibile orgoglio il direttore della
Sezione ragazzi, Daniele Todesco, ci fa da guida negli spazi storici della
Biblioteca, dalla Protomoteca, con le effigi, in bella fila, degli uomini illustri della città, fino a quel gioiellino di sapere ed eleganza che è l’antica Biblioteca ecclesiastica. Bel contrasto con la
Disneyland del cattivo gusto che, pochi metri più in là, ricorda le infelici vicende di
Romeo e Giulietta, amanti immortali arruolati in pianta stabile alle ragioni del
marketing.
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Gli uomini illustri della Protomoteca |
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Gli uomini illustri della Protomoteca |
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La Sala della storica Biblioteca ecclesiastica |
Dunque, alla luce della conversazione maturata nel corso del pranzo a proposito dei commenti sui blog...mi sforzo e sorvolo sul "grazie emozionato" per le parole spese nei miei confronti. Sorvolo (anche se poi non l'ho fatto), per chiederti un tuo parere sul Pinocchio di Ferenc Pintér (ed. Lo Scarabeo). Direi che ad occhio, vista la tua bio- bibliografia , sei tra i più indicati per una valutazione critica. LuCaGaNzerLA
RispondiEliminaCosa dire del Pinocchio di Ferenc Pinter? Che è stato un peccato che il libro sia uscito dopo la seconda edizione di 'Pinocchio e la sua immagine' e che quindi non abbia potuto trovare il posto che gli spettava. Dovremo riparlarne ancora magari in abbinata con un altro Pinocchio che è passato abbastanza sotto silenzio , quello illustrato per la seconda volta da Sergio Rizzato.
Eliminaa.r.
Concordo! Anch'io infatti lo sto analizzando ed anche se non tutte le tavole mi convincono, alcune le trovo pregevoli ed originali assai. E poi una domanda (che alleggia anche nell'ultima edizione di "Pinocchio e la sua immagine"), ma quale è attualmente la miglior versione del Pinocchio di Mussino ovvero quella più aderente all'originale? Tra tagli, rimpaginazioni ed altro, Giunti ne ha fatte mille e uno versioni. Mistero.Lg
RispondiEliminaVerrebbe vooglia di rispondere che la migliore edizione del Pinocchio di Mussino è quella del 1911, ma io ne possiedo un'edizione del 1955 che è ancora sufficientemente fedele alla prima (siamo alla decima edizione). Le edizioni successive tra manomissioni, ricoliriture ecc. si allontanano parecchio dal prototipo. Comunque, magari arricciando un po' il naso, si può passare l'edizione del 1988. In ogni caso lontanissima da quella originale. Senza parlare, naturalmente di edizioni ridotte, scorciate, diminuite di formato, pubblicate sin dagli inizi del percorso editoriale dell'opera di Mussino. (a. r.)
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