Robert Louis Stevenson a Samoa. 1891 |
Nei Mari del Sud, dove nasce l'omonimo libro, Stevenson diviene "Tusitala", il narratore di storie, amico e fratello degli indigeni. In quelle isole, come nelle pagine che le raccontano, c'è la felicità indicibile del mare ma anche un'indicibile malinconia. Quelle pagine si aprono su un immenso mare del meriggio, su un'estrema lontananza occidua in cui, anche nell'ora più luminosa, si avverte il calare di una grande sera. Molti abitanti di quei paradisi, immagine per eccellenza dell'eden, sono dei Lotofagi che attendono la morte e pensano alla morte, in una solitudine sconfinata come l'oceano. Su quella bellezza pesa un torpore invincibile, oltre alla malinconia insita in ogni bellezza assoluta, che promette troppo di più di quanto possa dare. A quelle isole si approda, ma per ripartire: "Tutti andare" dice tristemente in una di esse il re e a ogni partenza il mare si richiude sul breve incontro come su un naufragio.
Claudio Magris
Guido Scarabottolo |
Il Diavolo nella bottiglia di Robert Louis Stevenson è uno dei suoi racconti dei mari del sud e probabilmente il più bello, racchiuso come una gemma, avrebbe detto Magris, “tra indicibile felicità e indicibile malinconia”. Keawe compra per cinquanta dollari la bottiglia con dentro, agitato in una cangianza lattiginosa, un orrendo diavoletto, che potrà esaudire tutti i suoi desideri. Unico inconveniente: la bottiglia dovrà essere sempre rivenduta ad un prezzo inferiore a quello con cui è stata acquistata e l’ultimo che resterà, come si potrebbe dire, con il cerino in mano, sarà condannato alla dannazione eterna.
Guido Scarabottolo |
Con la bottiglia Keawe si costruisce la grande ‘casa lucente’, ammirata e invidiata da tutti nelle isole. Poi rivende la bottiglia ed è un uomo felice. Tantopiù che incontra, avvolta nel suo sgargiante holoku rosso, Kokua e a lei dichiara il suo amore. La fanciulla si innamora anche lei e consente alle nozze. Tutto bene dunque? Mica tanto, perché, tornando a casa dopo aver trovato l’amore, Keawe si accorge di una macchia sulla pelle. È il diavolo cinese, la lebbra.
Guido Scarabottolo |
Keawe si metterà di nuovo in cerca della bottiglia e riuscirà a comprarla, anche se col tempo il suo prezzo è arrivato vicino allo zero.
Non vogliamo svelare del tutto il finale della storia anche se è ovvio che ci sarà il lieto fine.
Con Il Diavolo nella bottiglia, Tusitala riesce a raccontarci la sua storia più bella, sospesa davvero, come voleva Claudio Magris, tra sole e mare, tra felicità e malinconia. Guido Scarabottolo, che l’ha illustrata per noi, l’ha rivestita di quei colori, a volte cupi e spenti, a volte luminosi, quasi squillanti. Sono colorati di gioia i vestiti e i cieli di Kokua ma possono anche sprofondare nella tristezza quando la fanciulla si raccoglie su se stessa per contemplare sconsolata la bottiglia maledetta. È allusivamente spettrale lo still life dei vasi e delle bottiglie nella vetrina del rigattiere e soprattutto il teschio della morte che fissa, dallo specchio, la disperazione di Keawe.
Guido Scarabottolo |
Confessiamo senza pudori di invidiare Guido Scarabottolo per la capacità di adattare la sua matita al testo, pescandovi con naturalezza, senza nulla cedere della propria arte e della propria poetica. Guido riesce da maestro a far quadrare il cerchio: arredare il libro con illustrazioni riflesse profondamente, ognuna, nelle proprie ragioni, ma che poi, tutte insieme, dipingono un momento dell’opera di Stevenson, ormai vicino alla fine ma ancora incantato dalla meraviglia di quei mari, che a lui non sarebbe certo dispiaciuto.
Robert Louis Stevenson
Il Diavolo nella bottiglia
illustrazioni di Guido Scarabottolo
Piccola Biblioteca dell'Immaginario, 12,00 euro
In libreria dal 1 dicembre
Guido Scarabottolo |
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