1. Fabian Negrin. Il gigante Gambipiombo
Il Gigante Gambipiombo fu, nel 2001, il primo titolo di Orecchio Acerbo. Le vicende del gigante, ingenuo e stranito, pieno di appetiti che non riesce a soddisfare, sono divertenti e poeticamente strambe. Ci raccontano, ad esempio, delle astuzie dell’oca furba che gabba la fame del gigante facendogli credere di essere un cammello e quindi assai poco adatta per una colazione sostanziosa; oppure di come Gambipiombo, sempre affamato, si mangia tutte le nuvole procurandosi una spaventosa e gigantesca aerofagia. Le flatulenze che ne susseguono, e che siamo certi abbiano divertito assai i bambini, riducono sempre più il volume del gigante che alla fine scompare sotto la gonna, profumata anch’essa, della mamma.
Nella versione di Fabian le “puzze” di Gambipiombo sono chiamate “scoregge” e qui si pone un problema, come dire, di congruità linguistica. Perché le “puzze” sono qualcosa che mai si deve scrivere (così recitava un forse malinteso bon ton!) e quindi ne ignoriamo, per mancanza di pratica, la grafia esatta o la lezione autentica. “Scoregge”, dunque, oppure “coreggie”, o “cureggie”, o non anzi “scurregge”? Naturalmente ogni voce è esclusa, espulsa e rimossa da conversazioni perbene, figuriamoci dalla scrittura ufficiale.
Potremmo rifugiarci nelle “puzze” appunto, oppure negli edulcorati e ipocriti “peti” con annessi i vezzeggiativi e/o diminutivi, “puzzette” e “petini”. I bambini però seguiranno più volentieri Gambipiombo nella via delle “scoregge”, linguisticamente o no corrette che siano. Come, da bambini, noi seguivamo ghignando la filastrocca di "... Dante, lo scurreggiante/ ne fa una, ne fa tante/ ne fa una puzzolente/ fa scappar tutta la gente…"
Tra le pagine del libro di Fabian Negrin si aggira, comunque, un gran buon odore…
Fabian Negrin, Il Gigante Gambipiombo, Orecchio Acerbo, euro 12,00, 2001-2006.
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