domenica 6 novembre 2011

Le ostriche sole di Tim Burton

Associazione d’idee: è anche questo il blog. Così avevamo appena pubblicato alcune immagini del Nighmare before Christmas di Tim Burton in un post dedicato ad Halloween che ci è venuta subito voglia di andare a vedere altri disegni del maestro americano.

Tim Burton non si discute: si ama. Piena, ridondante, levigatissima, colorata come un bastoncino di zucchero filato, la sua filmografia è una sorta di apoteosi laica di ogni immaginario. Anche nelle sue prove meno riuscite non si può certo dire che il senso della vista non esca appagato. Alice in Wonderland, ad esempio, può non essere un capolavoro ma quello che il regista ci mostra è magnifico e certi personaggi (pensiamo soprattutto a Tweedle-dum e Tweedle-dee o la Regina Rossa) visivamente indimenticabili.
Il bambino ostrica

Sorprende quindi che la raccolta di poesie e filastrocche di Burton, quel Morte malinconica del bambino ostrica, ci presenti una delle altre facce grafiche del nostro, non più levigata e perfetta, formalmente ineccepibile, ma corrusca, graffiata, tracciata sulla carta con un pennino ruvido e con matite colorate quasi spuntate. Intendiamoci: la mano è sempre quella e si potranno riconoscere con facilità i personaggi di Nighmare o della Sposa cadavere, ma queste illustrazioni ci sembrano più libere e disinvolte, quasi private, per nulla interessate al buon decor formale, più attente a svolgere un loro discorso, se volete, 'politico'.
I protagonisti “sono figure struggenti – commentava Nico Orengo nell’edizione Einaudi del 1997 – disegnate con graffite e parole in neogotico, spaesati e fiabeschi…”, e inseguono una persistenza dolorosa del loro essere bambini ‘soli’, rifiutati e abbandonati dal mondo degli adulti.

Il bambino ostrica, il bambino mummia, la bambina puntaspilli, la bambina woodoo, e poi tutti gli altri, si sono posti di traverso alla società che li ha generati e che non intende certo accettarli a cuor leggero.
Il bambino ostrica che dà il titolo alla raccolta finisce mangiato dal padre che si serve del presunto potere afrodisiaco delle ostriche per recuperare un pochino di virilità. Quando l'ipocrita chiede al bambino se preferisce vivere o morire, il piccolo Sam sbatte gli occhi. Il padre lo sguscia e se lo slappa, con la tranquilla disinvoltura del Tricheco e il Carpentiere di Lewis Carroll, che si fecero quella famosa spanciata di ostrichette.

I bambini diversi e soli di Tim Burton sono creaturine fragili e indifese. Loro non chiedono compassione né avanzano richieste; sono scarabocchi di carta e inchiostro senza altra ragione se non la loro storia. Ma tutte le storie, insieme, creano un mondo e la solitudine dell’uno, unita alla solitudine dell’altro, ci mostra intero un apologo sconsolato, e quindi 'politico', su ‘tutta’ la solitudine umana. Con pochi versi, un pennino ruvido e qualche matita spuntata.


Il bambino con i chiodi negli occhi
piantò il suo alberello di alluminio.
Ma cresceva di sbieco
perché lui era cieco.

Un incauto Babbo Natale
volle regalare a James
un orsacchiotto
colpito da poco
da un grande orso
incazzato.

Non era morbido e rosa
non aveva un bel pancino;
era vuoto e segaligno:
una piccola Mummia di bambino.


Non credere che brilli
la vita della Regina Puntaspilli.
Quando siede sul trono
di ogni spillo sente il suono.

Traduzioni di Nico Orengo, Einaudi, 1997

2 commenti:

  1. Il regista californiano realizzerà per il 2012 il remake di "Frankenweenie", uno dei primi cortometraggi di Burton, girato nel 1984. La nuova produzione, firmata Disney, sarà un lungometraggio realizzato in stop motion e in 3D http://www.uniroma.tv/?id=20023

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  2. Per chi ama Tim Burton è davvero una buona notizia.

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