3. Etienne Delessert. A long long song
As I was going along, long, long
A 'singing a comical song, song, song
The lane that I went was so long, long, long
And the song that I sung was so long, long, long
And so I went singing along.
Ai marche, longtemps marche déja,
Siffloté un air vif, bigarrè
Mon chemin, de lours en détours, n'en finissait pas.
Et J'oubliais la melodìe de mes chansons.
Il était temps de repartir.

Al grande potere suggestivo della filastrocca corrisponde, naturalmente, un cospicuo concorso del mondo dell'illustrazione pronto sempre a tradurre la suggestione in immagine, in storia, in libro. E così (l'elenco è naturalmente parziale, parzialissimo) da Caldecott a Sendak, da Seymour Chwast a Beni Montresor, passando magari per Nicola Bayley, la storia del libro per ragazzi rigurgita di nursery rhymes.
Come s'inserisce Etienne Delessert in questa tradizione? Nel più classico e semplice dei modi: ha ricordato una vecchia nenia infantile, su qualcuno che cantava una buffa canzone lunga, lunga, lunga, mentre se ne andava lontano, lontano, lontano e ha seguito il corso dei pensieri. Pensieri che, naturalmente hanno vagato liberi, all'interno delle stagioni, con la neve che viene e che va, con la primavera che giunge e i fiori che sbocciano. E in mezzo al camminare delle stagioni un Maestro che plasma figurine viventi e le guida attraverso lo scorrere del tempo, le protegge, ne è padre e fratello, amico e capobranco.

L'operazione 'suggestione' è completa. Da una filastrocca a una storia, dalla storia ad una nuova poesia. C’era da chiedersi se con questo Etienne Delessert avesse chiuso il cerchio oppure se dalle mani del suo Maestro, dalla poesia francese della Canzone d'inverno, potessero scaturire nuove suggestioni che diventassero storia disegnata per dare poi vita ad una nuova song inglese, in un cerchio senza fine di fantasia e ricordi.
Etienne Delessert, A long, long song, Farrar, Strauss & Giroux, 1988.
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