venerdì 30 novembre 2012

Venere e lo scimmiotto

Cecco Mariniello espone il suo Aperitivo con Afrodite, alla Galleria Libreria Babele (Firenze, via delle Belle Donne 41/r), dal 1 Dicembre 2012 all’8 Gennaio 2013. Inaugurazione della mostra, alla presenza dell'artista, sabato 1 Dicembre, alle ore 17.30.
Curata da Laura Accordi, la rassegna presenta diciassette dipinti a olio e due litografie, sul tema della memoria. Un incontro con l’armonia e la bellezza, dove spicca la riscoperta del mito di Anadyomene, la Venere che emerge dalle acque, in un gioco allusivo di alternanze ironiche fra passato e presente.




La dimensione onirica di Cecco
Carlo Gattai

Artista figurativo, Cecco Mariniello ama definirsi pittore neo-romantico e comico trascendentale. Lontano dall’iperrealismo, rende la rappresentazione della realtà in modo assolutamente personale e originale.
Mariniello guarda ai maestri del manierismo, ai dipinti rococò, alle foto degli anni sessanta; utilizza colori chiari e luminosii; disegna contorni netti e spazi talvolta tanto appiattiti da apparire privi di profondità, che esaltano con sofisticata ironia la dimensione onirica di ciò che vuole rappresentare.



Le figure femminili sono protagoniste e, trasfigurate in varie forme, appaiono come ninfe, sirene, dee e vestali. Archetipo di divinità femminile legato ad Afrodite, emerge una presenza, che diviene quasi ossessiva, d’improbabili pesci, simboli di purezza legati all’acqua e alla simbologia della vita.

Da qualche tempo - spiega Laura Accordi - Mariniello ha ripreso, con grande energia, l’avventura artistica della sua gioventù: il dipinto a olio su tela, in cui si sente libero di esprimersi senza il vincolo di un testoI soggetti di queste opere, destinate a essere proposte non più all’editoria ma al pubblico dei collezionisti, sono figurativi, lo spazio prospettico. E l’ispirazione gioca fra la memoria individuale e il mito, fra gli affetti e la metafisica, fra le emozioni e il grottesco, fra l’ironia e la più coinvolgente liricità”.



Nella pittura - confessa Mariniello - trovo un’oasi felice di libertà, in cui liberamente invento senza dover rendere conto di nulla, a nessuno. La mia fantasia vaga in una terra di confine tra il genere comico e quello lirico, mescolando la luce con l’ombra, l’infanzia con l’età adulta e la tenerezza con la cattiveria. E lì, intanto, l’arte del disegno e del colore cerca di abbandonare ogni stereotipo e di affinarsi in una forma che non sia ripetibile”.

Attraverso figure in cui l’artista s’identifica o immagini simboliche, calate in atmosfere allusive ed evocatrici, liricamente ispirate, Mariniello sembra interrogarsi sulla propria identità, sulla sua vita e sul significato dei rapporti umani.



La fusione di elementi classici e moderni danno alle sue composizioni armonia ritmica e liricità, mentre le componenti simboliche stravaganti infondono la carica paradossale e provocatoria del clima metafisico: lo scimpanzé, che serve champagne alla fanciulla; la balena, che appare dal rigonfiarsi delle onde; immensi e attoniti pesci palla, che sulla spiaggia si misurano con l’affascinato stupore di un ragazzo insonne; l’enorme fiocco rosa della bambina, che aspetta con il cagnolino.

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