domenica 25 novembre 2012

Caccia alle rane


Michele Petrucci, A caccia di rane, Topipittori 2012, Collana Gli anni in tasca Graphic, pagine 108, 16,00 euro. 

Cominciamo col dire che nel racconto grafico di Michele PetrucciA caccia di rane, le rane non ci sono proprio, o meglio, fanno la loro comparsa solo nel finale, in due pagine che ci raccontano come catturarle.
Però già dal titolo veniva voglia di andare con la memoria ad un tempo in cui le rane c’erano, e molte, saltellavano sulle strade che costeggiavano le risaie, popolavano i torrenti e i fiumiciattoli. Già, ma i fiumiciattoli ci sono ancora? E le risaie?



Davanti alla porta della casa dove abito adesso, ai margini di una campagna che non è quella marchigiana di Michele Petrucci, ma che è pur sempre campagna, nelle sere tiepide d’estate stazionava un enorme rospo grigio verde, immobile e scuro. Sembrava una statua di gesso dipinta, tanto era difficile vederlo muovere. Lentissimo, certo, solo che bastava distrarsi un attimo e puff, il rospo, quasi fosse quello incantato delle favole, se ne spariva nel nulla. Per riapparire una, o due, sere dopo.

Si dirà che ho cominciato a divagare e che tutto questo non ha nulla a che vedere con il graphic novel di Michele Petrucci. Credo invece che tutto questo abbia molto a che fare con il libro di Michele perché la sua narrazione ha la capacità di elaborare un ricordo personale, la sua estate del 1982, e al tempo stesso di suscitare, in chi legge la storia e guarda i disegni, il ricordo di proprie storie e esperienze. Una storia, dunque, che racconta tutte le storie e che si trasforma e adegua continuamente.



Lo dice lo stesso autore ricordando la costruzione del libro : “Il mio libro parla del ricordo e di come il tempo possa modificarlo e spesso abbellirlo. Da alcuni recenti studi si è scoperto che i ricordi non vengono "stampati" nel nostro cervello per poi consumarsi pian piano con il tempo. Il cervello aggiorna continuamente i nostri ricordi, li "ricostruisce"periodicamente.
Per fare un paragone, è un processo che non assomiglia tanto all'emulsione di una pellicola, ma piuttosto a uno spettacolo teatrale che viene continuamente messo in scena e che quindi ogni volta cambia un poco. Il lavoro che ho fatto in A caccia di rane è stato quindi, prima di tutto, un lavoro di ricerca personale, per far affiorare anche i lati meno luminosi e gioiosi (che sono ovviamente tanti) della mia infanzia.

Tutti noi da ragazzi, se abitavamo appena vicino ad una qualsiasi campagna, siamo saliti su un albero, abbiamo avuto paura di un contadino bizzoso e lunatico, abbiamo avuto amici del cuore che abbiamo deluso e che ci hanno deluso. Tutti abbiamo da raccontare un viaggio fantastico con il nostro babbo, tutti siamo stati messi a letto, nei pomeriggi caldi d’estate, per un riposino non sempre gradevole o gradito.



La memoria del bambino Michele del 1982 si lega quindi alla nostra memoria, alle giornate passate a scovare giochi nuovi, a inventarsi un mondo semplice e meraviglioso che allora era a portata di mano, e che non ci appariva né scontroso né ostile. Era il mondo dei nostri pomeriggi ‘a caccia di rane’, quello dove l’Italia diventava campione del mondo battendo in finale la Germania (3-1), dove i flipper si apprestavano a lasciare il passo alle nuove diavolerie elettroniche, dove la televisione cominciava ad offrire i cartoni animati giapponesi (Michele Petrucci ci racconta del Tigre, ma chi di noi ha dimenticato Goldrake o Mazinga?)

Le rane di Petrucci sono, quindi, da una parte una madeleine proustiana che fa affiorare il ricordo, ma anche lo spartiacque tra un mondo e un altro, quello prima e quello dopo le rane. È un viaggio dentro l’infanzia, all’interno della memoria dell’infanzia, nel momento stesso in cui quell’età cerca di sfuggirci tra le dita e abbandonarci per sempre. Ed è un racconto delicato e nostalgico, fatto di poche cose, di esperienze minime, destinate però a lasciare dentro di noi segni indelebili, che basta poco, il ricordo di una rana, a far riaffiorare.

Per saperne di più: http://topipittori.blogspot.it/2012/05/concerto-per-rane-ricordi-e-bambini.html

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