Ma siamo proprio sicuri, è questa la domanda, che ci sia sempre bisogno di un onomastico o di un genetliaco per suscitare il ricordo?
Ecco, noi oggi vogliamo ricordare Giovanni Gandini di cui ricorre un non anniversario, dato che se ne andò in una giornata d’inverno del 2006. Sei anni da allora quindi; la misura giusta per un non anniversario, che sarebbe, date le caratteristiche del personaggio, il momento giusto per ricordarlo. Come la celebrazione del non compleanno al thè del Cappellaio Matto.
Linus: la nascita del fumetto d'autore
Quando, nella primavera del 1965, uscì in libreria (le edicole saranno conquistate solo qualche mese dopo) il primo numero di Linus, prevederne il successo sarebbe stato azzardato. Era una rivista a fumetti, ma non più un 'giornalino'. Si rivolgeva ad un pubblico da individuare, con una proposta precisa ma minoritaria. Erano cartoons 'difficili' e inconsueti quelli che Gandini, fondatore e primo direttore della rivista, presentava al lettore italiano: Peanuts e Wizard of Id, B.C. e Li'l Abner, oltre a riproposte di veri e propri cult di laboriosa digestione (allora!) quali Krazy Kat, Popeye, Dick Tracy.
Gandini si era circondato di una schiera di traduttori straordinari, da Franco e Bruno Cavallone a Ranieri Carano, che restituivano in uno slang strepitoso le cadenze dialettali di Dogpatch e Coconino.
La grafica era curata da un giovanissimo appena giunto alla scuderia Unimark, Salvatore Gregorietti, che aveva trasformato la rivista (un giornalino a fumetti!!!) in un rigorosissimo e sistematico 'tre colonne' tutto (o quasi) in Helvetica.
I palati italiani, abituati alle strisce di Tex o al massimo alla nuova proposta di Diabolik, ne avevano a sufficienza per restare interdetti. Il prezzo poi! 300 lire del 1965. Come e più di un libro.
Giovanni Gandini fece partire quel primo numero con un dibattito sul fumetto tra Elio Vittorini, Umberto Eco e Oreste Del Buono. Nel secondo numero Jeff Hawke e i giocattoli immortali. Una scommessa difficile da vincere, ma che fu vinta. Alla grande. Fondamentale per la cultura italiana! Il Linus del 1965 può ancor oggi essere considerato un 'monumento' della cultura italiana del secondo dopoguerra.
La catalogazione del Mondo
Gandini si allontanò abbastanza presto dalla sua creatura, seguendo altri sogni (Il Giornalone ad esempio, un maxi foglio, un manifestone, con tanti strepitosi disegni coloratissimi; ricordiamo il Groucho Kat di Topor e i Fratelli Mantovani che "non son alti e non son nani"), con un occhio alla libreria e casa editrice, la Milano Libri. Un antiquario, Giovanni Gandini, un gran cacciatore di sogni, catalogatore infaticabile di cose semplici e meravigliose e in queste parole c’è, sottotraccia, il ricordo per un libro che il nostro aveva compilato, più di trent'anni fa. Si chiamava Il Mondo ed era, come recitava il pay-off, la prima guida al 'modernariato'.
Ne abbiamo risfogliate le pagine con qualche nostalgia e vi abbiamo ritrovato di tutto, dalle figurine del concorso Perugina (il feroce Saladino) al pacchetto delle sigarette Serraglio, dalla bottiglia di gazzosa con la baletta a pressione, alle penne stilografiche Waterman, dai pennini a tufo alle biglie di vetro, alle confezioni anteguerra del Borotalco.
Gandini, nel 1974, aveva già catalogato i tempi moderni e, con qualche approssimazione dichiarata, aveva dato a quei tempi il loro prezzo e la loro quotazione: 78 giri, Trio vocale Sorelle Lescano, Tuli-tuli-pan, Orchestra diretta da Pippo Barzizza, lire 8000.
Giovanni Gandini non era sfuggito nemmeno alla domanda che viene spontanea: ma quand’è che un oggetto dimenticato in soffitta cessa di essere un 'coso' vecchio da buttare e assume la nuova veste di testimone attendibile del tempo? Quand’è che il ciarpame diventa oggetto da collezione? La simpatia o l’antipatia per certe cose influiscono ovviamente sulla valutazione, forse anche per una garbata traccia critica nei confronti dell'autentico mercato della nostalgia, che attribuisce all’aeroplanino di latta un valore esatto, non corrotto da bizze e sentimentalismo. Ecco la risposta. L’oggetto è considerato degno di essere catalogato da Gandini quando il suo autore lo tratta con affetto ma anche con ironia, quando lo prende sul serio ma anche con nonchalance, quando può entrare a far parte di quell'insieme di interessi, scelte, tranches de vie, che furono la lezione, disinvolta e appassionata, di cultura di questo gran signore della vita e delle cose minute del Novecento. (testi da Socialdesignzine, 2006)
Grazie per questo post sul grande pioniere e sognatore Giovanni Gandini. In quegli anni provinciali ci ha introdotto a artisti straordinari come Gorey, Topor e Sendak. Quando ero bambina Linus e il Giornalone mi hanno aperto nuovi orizzonti e, oserei dire, cambiato la vita.
RispondiEliminaVorrei solo ricordare che la bravissima disegnatrice dei Fratelli Mantovani (e d'altro) era Margherita Saccaro.
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