giovedì 1 novembre 2012

Letteratura d'urto: 1. Prìncipi & Princípi


Il piccolo convegno Letteratura d'urto, sabato 27 ottobre, ha allineato, nella meravigliosa cornice del centro storico di Vicenza e all'interno del Vi.Art, sede dell'associazione vicentina per l'Artigianato Artistico, alcuni piccoli e medi editori 'per ragazzi'  - Luisella Arzani (direttore editoriale EDT – Giralangolo), Giovanna Zoboli (direttore editoriale Topipittori), Lina Vergara (direttore editoriale Logos), Fausta Orecchio (direttore editoriale Orecchio acerbo), Andrea Rauch (direttore editoriale Prìncipi & Princípi), Miriam Giovanzana (direttore editoriale Terre di Mezzo), Patrizia Zerbi (direttore editoriale Carthusia) -, che hanno raccontato le proprie esperienze e hanno illustrato il proprio catalogo.


Giovanna Zoboli, Lina Vergara, Fausta Orecchio e Marnie Campagnaro

Pubblico, sopratutto insegnanti, attento e numeroso. Occasione anche per il gruppo di editori che hanno focalizzato la propria proposta e l'hanno messa a disposizione di colleghi e ascoltatori.
Si è quindi passati dal racconto vero e proprio dei progetti all'elencazione delle collane, dalla ricognizione sulle logiche editoriali alle esperienze personali e aziendali.
Un confronto che crediamo sia stato utile a tutti.


Marnie Campagnaro mostra Le sorelle di Ana Juan (Logos)

Il nostro blog sarebbe lieto di mettere in rete i risultati maturati nel corso della mattinata, le riflessioni, le perplessità, i diversi atteggiamenti dei singoli relatori. Cercheremo di farlo nelle prossime settimane. Cominciamo, giocando in casa, con la nota dell'intervento di Andrea Rauch, direttore editoriale di Prìncipi & Princípi.




Leggere i classici, illustrare i classici
Andrea Rauch

Scrive Roberto Denti, in un articolo pubblicato recentemente su Liber, che i nuovi media obbligano il bambino e il ragazzo a confrontarsi con tempi e modi di lettura diversi cui eravamo abituati.
I classici, secodo Denti, “…non vanno esclusi, ma eventualmente proposti a tempo opportuno, comunque dopo che il giovane lettore ha già acquisito interesse e piacere di leggere.”

Quindi il giovane lettore va “abituato ai classici”. Benissimo, e quindi, secondo queste che sembrano alcune delle tendenze attuali dell’editoria italiana per ragazzi, molti sono tornati ai tesori della letteratura con rinnovato entusiasmo.
Con quali risultati? Contraddittori, diremmo, se è vero che, mentre all’ultima Fiera di Bologna si era registrata, da parte di tutti, una tendenza ottimisticamente positiva, quasi un revival, nei mesi successivi ci si è dovuti confrontare, vero e proprio colpo sotto la cintura, con l’aumento aziendale delle ‘rese’ specifiche.


Singolare che anche l’editoria internazionale migliore, mentre plaude alle intenzioni, nei fatti si comporti in maniera perlomeno ondivaga.
Avendo recentemente pubblicato l’Isola del Tesoro, che più classico non si può, ci siamo sentiti obiettare, da parte di due qualificatissimi editori internazionali, che si erano ingolositi per le illustrazioni di Roberto Innocenti, che “… si aspettavano un album” e che  “… il testo completo è troppo lungo”.
Ugual sorte è toccata agli altri titoli della nostra Piccola Biblioteca dell’Immaginario che i librai dicono di apprezzare ma stentano a proporre. Il ‘classico’ viene lodato ma, nei fatti, scarsamente incoraggiato.

Avevamo recentemente constatato come la crescita delle piccole librerie indipendenti abbia portato aria nuova nel settore ragazzi. Proposte editoriali non più ‘mordi e fuggi’, con una vita ridotta a pochi mesi, quand’anche non a poche settimane. Entrando in una piccola libreria indipendente si vede, oggi, come la proposta sia molto più centrata sui cataloghi editoriali che non sulle novità e i titoli hanno la possibilità di continuare a vendere e lavorare nel periodo medio-lungo, senza essere incalzati, o scacciati, dal nuovo che avanza.


Questo, naturalmente, in linea generale perché poi, nella realtà, molta selezione di vendita è fatta dal prezzo di copertina, qualunque sia il prodotto messo in vendita, e con molta difficoltà i più volenterosi librai riescono a intaccare quello zoccolo duro di potenziali lettori sempre affascinati dal basso prezzi o dagli altri media di cui parlava, all’inizio, Roberto Denti.

Volevo proporre Pinocchio – ha detto una mamma di Sesto Fiorentino – ma poi il bambino ha preferito Geronimo Stilton.” Una scelta che la dice lunga sul lavoro che resta da fare tra autori, illustratori, animatori, librai, editori.

La nostra Piccola Biblioteca dell’Immaginario si è cercato di caratterizzarla sopratutto affidando l’illustrazione del testo a grandi artisti di fama e spessore internazionale: tra questi possiamo ricordare Guido Scarabottolo, Fabian Negrin, Roberto Innocenti, Octavia Monaco, Gianni De Conno, Libero Gozzini, Ale + Ale, Ivan Canu, Daniela Pellegrini, Gianni Fanello, Simone Frasca (e abbiamo ‘in canna’ altri titoli tra cui due, praticamente pronti, a firma di Serena Riglietti e Michele Petrucci).


Non solo però: avevamo progettato quei volumi tenendo conto delle costanti indispensabili di un oggetto libro di lunga durata; qualità della carta, leggibilità del carattere del testo, margini ampi e riposanti, interlinee e giustezza delle righe congrue, eccellenza delle traduzioni. Tutto quello cioè (la grafica) che rende un libro ‘bello’ senza farsi vedere troppo, senza balzare invadente in primo piano. Per quanto riguarda la scelta dei testi da proporre ci eravamo ispirati, quasi senza saperlo, ad una massima aurea di Italo Calvino che definiva così i classici:

1. Libri che non hai letto; 
2. Libri che hai letto tanto tempo fa e che sarebbe ora di rileggerli; 
3. Libri che hai sempre fatto finta d’averli letti mentre sarebbe ora che ti decidessi a leggerli davvero.


Avevamo sempre pensato, nella progettazione, alle parole del titolo, a quell’Immaginario, soprattutto, che, data la nostra provenienza dalla grafica attiva, continua ad affascinarci e intrigarci. Libri che possano stimolare la fantasia, dunque, ma anche libri di formazione (Pinocchio, Alice nel Paese della Meraviglie, Il Mago di OzL’Isola del Tesoro), che, attraverso le avventure e le esperienze dei protagonisti indicano una via possibile di crescita e di maturazione; libri di trasformazione (La Metamorfosi, Dottor Jekill e Mister Hyde, Cuore di cane), dove i mutamenti anche fisici, del protagonista impongono nuovi modi rapportarsi con la realtà; libri di formazione e trasformazione insieme dove i cambiamenti fisici o morali diventano la sostanza, anche etica, del racconto (L’Uomo della Sabbia, Cuore di Tenebra).

Questo il quadro generale anche se poi, avendo trovato a posteriori il fil rouge della logica di collana, molti titoli sembrano mal sopportare la definizione o inserirsi nello schema. Sempre comunque ci si mantiene nel terreno del favoloso, del misterioso, dell’ambiguo.


Dopo due anni guardiamo le costole rosse della Piccola Biblioteca, allineate nella nostra libreria ideale, e ne siamo sostanzialmente orgogliosi ma, ci chiediamo, quanti altri lettori possono allineare nella loro libreria tutti i titoli, quanti ne hanno sfogliato le pagine o gustato le illustrazioni?
Naturalmente questa domanda apre le porte ad altre domande (quale promozione si deve attivare? quale iniziative assumere? come correggere e puntualizzare il tiro?), ma è ovvio che questo sarebbe l’oggetto di altra riflessione.

2 commenti:

  1. che bello dev'essere stato avervi tutti lì e ascoltare la vostra visione del nostro piccolo mondo di parole e immagini... peccato non averlo saputo, altrimenti un salto ce l'avrei fatto, che Vicenza è veramente vicina a Verona! Pazienza sarà per la prossima, intanto mi prenoto per leggere i rescoonti dei vari interventi!

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  2. Che intervento illuminante Andrea. Convegni come questo sono uno dei pochi motivi che mi fanno sentire la mancanza dell'Italia

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