Cinque illustratori, tra i più noti nel panorama italiano, a Massa, Palazzo Ducale, Sala degli specchi, dal 6 al 13 febbraio 2013.
La mostra, intitolata Tracce dall'immaginario illustrato, vedrà esposte cento opere di Gianni De Conno, Aldo Di Gennaro, Libero Gozzini, Giulio Peranzoni e Angelo Stano. Ingresso libero.
"Tra virgolette"
Ferruccio Giromini
Da quando gli “artisti” hanno iniziato a tralasciare la figurazione per esplorare altre vie espressive, di volta in volta più “astratte”, “informali”, “concettuali” e così via, nei piani “alti” della “cultura” si è diffusa sempre più la convinzione che le “arti figurative” siano tanto più “artistiche” quanto meno sono “figurative”. Da circa un secolo a questa parte, infatti, specie nella cultura visiva europea si è assistito a una bizzarra biforcazione nevrotica nelle attività produttive che si definiscono complessivamente “artistiche”: in genere, pur senza avere le idee tanto chiare in proposito, si tende a distinguere tra arti cosiddette “alte”, fini a se stesse, che inseguono più o meno vaghe o specifiche “ricerche estetico-espressive”, e su un fronte opposto invece “arti applicate”, ossia legate ad altrettante commissioni e indi dialoganti con il mercato e la comunicazione – e solo perciò considerate “inferiori” –, in quanto presunte operazioni soggette a “compromessi” espressivi con le esigenze della clientela. Mah!
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Gianni De Conno |
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Aldo Di Gennaro |
Senza dubbio le sistematizzazioni e le definizioni fanno comodo, semplificano la vita; però a volte per voler semplificare troppo si parte per la tangente e si prendono pure delle sonore cantonate. Di fatto, fin dall'antichità le arti sono nate e vissute in qualche modo “artigianalmente” al servizio della società, o comunque di qualche committenza: ora come apparati di abbellimento per edifici di autorità o di bene comune, ora come strumenti di propaganda religiosa o politica, ora come decorazioni di beni privati individuali.
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Libero Gozzini |
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Giulio Peranzoni |
Erano “applicate”, be'?, e nessuno trovava da ridire. Qualche esempio non limitato a pittura e scultura: Fidia, Virgilio, Giotto, Leonardo, Goya, Palladio, Bach, Mozart, Canova, Gaudì e tanti altri come loro lavoravano su commissione, e non per questo erano considerati meno abili.
Solo quando gli “artisti” presero a lavorare per singoli committenti borghesi e a scapricciarsi – spesso onorevolmente, peraltro – inseguendo sempre nuove ricerche “linguistiche” personali, solo allora improvvisamente nel sentire comune si deviò dalla linea principale e a sorpresa i legittimi continuatori di quella ne furono considerati una linea invece secondaria.
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Angelo Stano |
Non siamo d'accordo. Per noi gli eredi della grande arte del passato sono i moderni illustratori. Quelli che sanno ancora cosa significa disegnare, dipingere, modellare forme. Che tratteggiano fumetti come una volta le storie dei Santi; che illustrano periodici e libri come una volta le vite profane e le fantasie sacre; che aiutano i cinematografari e i pubblicitari a visualizzare avventure e sogni come nei polittici e negli affreschi dei secoli andati.
Artisti, artisti/artigiani, certo, senza vergogna e anzi con orgoglio; e senza bisogno di tante virgolette a specificare.
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Gianni De Conno |
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Gianni De Conno |
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Aldo Di Gennaro |
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Aldo Di Gennaro |
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Libero Gozzini |
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Libero Gozzini |
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Giulio Peranzoni |
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Giulio Peranzoni |
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Angelo Stano |
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Angelo Stano |
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