giovedì 17 gennaio 2013

Gli illustratori del Quadragono

Gran carrellata di illustratori alla Bottega Bertaccini di Faenza, dal 18 gennaio all'8 febbraio nel segno del Quadragono di Mario Vigiak, la casa editrice che, negli anni settanta del secolo scorso, fu l'esempio italiano certo più alto e importante di editoria per immagini. I libri del Quadragono fecero scuola e li ricordiamo ancora con affetto e nostalgia. In quelle edizioni Mario Vigiak pubblicava disegni di Dino Battaglia e Sergio Toppi, di Karel Thole e Guido Crepax, ad esempio, e testi di Umberto Eco, Ettore Sottsass, Ranieri Carano...
Un'esperienza preziosa e indimenticabile. Pubblichiamo di seguito un testo che Mario Vigiak, l'anima della casa editrice, scrisse nel 1988 per il catalogo della mostra Disegnare il libro.

Manifesto di Cesare Reggiani


L’avventura del Quadragono
Mario Vigiak (Bologna, 1988)


Mi è stato chiesto di raccontare l’esperienza della Quadragono Libri. Una specie di regata solitaria, ai margini delle grandi rotte transoceaniche, con partenza dalla baia degli uscocchi nel 1974 e affondamento nel 1980.

La prima, ovvia, premessa e che fin da ragazzo mi hanno affascinato i libri illustrati. Prima la mitica Scala d’oro, poi le splendide tavole inserite nei cicli salgariani e quelle dei rarissimi Tarzan formato in folio (Sonzogno?) sui quali sono riuscito a mettere le mani. In seguito le immagini illustrate hanno continuato ad esercitare su di me un effetto quasi ipnotico.

Il ritorno di Ario, testo di Ranieri Carano, illustrazioni Stefan Zavrel (1974)

La seconda è che da lettore vorace, ma disordinato e casuale, avevo comunque percepito che qualcosa era andato perduto nel processo di trasformazione dell’editoria. Fino ad un certo punto c’era stata la tradizione dei grandi stampatori, la cui sapienza nell’impaginazione, e nell’uso (quando non anche nell’invenzione) dei caratteri bastava da sola a fare di un libro un’opera d’arte. Dalla seconda metà dell’Ottocento la funzione “artistica” viene affidata all’illustrazione, che diventa una componente frequente del libro. Probabilmente per aumentarne la diffusione nei confronti di un pubblico che mostra di gradire le immagini, a livello di feuilleton come ai livelli più colti. (…)

La guerra dei signori, testo di Cesare della Pietà, illustrazioni di Dino Battaglia (1974)

Purtroppo, nel primo dopoguerra, il processo di massificazione ha fatto sì che il contenuto prevalesse sulla forma e la capacità “grafica” di impostare un libro andasse perduta. Le illustrazioni sono rimaste sulle copertine dei pulp e relegate ai libri per bambini e per ragazzi. In anni recenti solo Pinter ha tenuto accesa la fiaccola e ci è voluto l’ingaggio di Alcorn, da parte della Rizzoli, per influenzare le tendenze di mercato e consentire la rinascita di una scuola italiana (Guidotti, Mulazzani, Innocenti).

La terza premessa è che, nel 1974, avevo alle spalle un’esperienza di stampatore, con un socio orientato ad una raffinata qualità come Carlo Muzzio; operavo con uno studio di grafica alla quale ero stato sensibilizzato da professionisti come Rino Maturi (precocemente scomparso), Pino Usicco e Pino Milas; e stavo per aprire una galleria la cui principale attività era basata sull’esposizione di illustrazioni.

Con questo bagaglio e con questi presupposti ho incominciato a fare libri illustrati per adulti, nei quali la componente grafica doveva essere importante tanto quanto quella qualitativa. Una sorta di recupero di una tradizione per la quale non esisteva più il terreno adatto: troppe generazioni erano passate.
Su questa strada sono stato indotto a perseverare, con ostinato ottimismo, dal frequente giudizio “questi libri sono troppo avanti”. Solo adesso mi rendo conto che erano troppo indietro.

Stelle & stellette, testo di Umberto Eco, illustrazioni di Philippe Druillet (1975)

Ho commesso un altro errore nel praticare prezzi troppo bassi. In un clima post-sessantotto volevo che i miei libri fossero alla portata di tutti. Un bravo uomo marketing (ma allora latitavano) mi avrebbe potuto dire che gli estimatori li avrebbero pagati volentieri tre volte tanto (e sarebbe stato un buon prezzo), gli altri neanche un copeco.

Bogart blues, testo di Tullio Kezich, illustrazioni di Pino Milas (1974)

Infine era troppo radicata l’associazione libro illustrato uguale libro per ragazzi; e così i miei libri sono stati classificati dalla maggior parte del pubblico. Ancora adesso, a quanto ne so, gente come Ungerer, Sendak, Gorey, Altan, McKee, Fulvio Testa continua a spacciare come libri per ragazzi splendide storie illustrate, che solo adulti intelligeni potrebbero apprezzare appieno; se le acquistassero. Ma non lo fanno perché in un universo di consumatori segmentato per fasce d’età, di reddito, per comuni con più o meno di 5000 abitanti, per stili di vita, ognuno fa quello che ci si aspetta che faccia.

Con questi handicap di partenza sono riuscito a sopravvivere anche troppo, grazie a qualche coedizione, anch’essa rivelatasi deficitaria per il coeditore, a ulteriore dimostrazione del fatto che il genere era fuori tempo. Finché, come Mosè, sono stato salvato dal provvidenziale intervento della Editiemme, senza la quale sarei oggi a lavorare in qualche miniera, effettuando rimesse mensili ai miei creditori.

Ukiyo-è haiku & suspense, testo di Ettore Sottsass, illustrazioni di Sergio Toppi (1975)

Però, gente, quanto mi sono divertito. In fondo il mio lavoro era simile a quello del produttore cinematografico, trattandosi di mettere insieme un cast composto da autore del testo, illustratore, grafico, fotolitista, stampatore e legatore. Ai quali si aggiungevano redattori e traduttori.

(…) Pian piano abbiamo creato una sorta di confraternita di clerici vagantes che comprendeva argentini a Milano, cecoslovacchi a Zurigo, americani a Parigi, bulgari in Germania. Nonché italiani a New York e tedeschi dell’Est a Londra. Appuntamenti fissi: Bologna in primavera, Francoforte in autunno e le feste con l’wipicze da Stefan Zavrel tutto l’anno. Poi tutto questo è finito, senza rimpianti, lasciando solo legami di amicizia e piacevoli ricordi.

Dodici cenerentole in cerca d'autore, testo di Rita Cirio, illustrazioni di Emanuele Luzzati (1976)

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