Indiani Hopi ai margini del Deserto dipinto |
Il popolo degli Hopi vive ancora, almeno per quello che ne resta, all’interno della Nazione Navajo, in Arizona, ad una settantina di miglia da Flagstaff, e il suo territorio ancestrale è vicino a nomi mitici dell’epopea degli indiani d’America: la Foresta pietrificata, il Deserto dipinto, il Grand Canyon. Paesaggi mitici e surreali, distese assolate e sterminate di terra ocra e rossa collegate soltanto da pochi, sparsi, centri abitati. Poi, andando ad ovest, si arriva nel Nevada e ancora più lontano, in California.
Kachina Hopi in un disegno ottocentesco |
Le Kachina sono il manufatto più noto della cultura Hopi. Oggi dovremmo chiamarle ‘prodotto tipico’ perché la loro funzione si limita ormai quasi soltanto a quella di bamboline souvenir per i turisti accaldati che si spingono ad ovest. Ma naturalmente quelle bamboline variopinte sono ben altro che un semplice oggetto d’arredamento. Rappresentano l’attaccamento degli Hopi allo spirito della terra, agli elementi della natura, agli animali, al ricordo degli antenati.
L’insieme delle figurazioni tipiche delle kachina (delle principali se ne contano più di quattrocento, si chiamano Wuya e la loro 'idea' vive nelle San Francisco Peaks), rappresenta quindi un ideale ‘cerchio della vita’ che abbraccia e comprende tutta la storia e l’essenza di un popolo. Le stesse figurazioni potevano essere costumi e maschere per i Kachina dancers che si producevano nelle cerimonie rituali e le figurette in legno dipinto, passata la cerimonia, restavano nelle case come oggetti augurali e apotropaici.
Le Kachina sono, comunque, una tradizione relativamente recente: non se ne conoscono più vecchie del 18° secolo e la loro fioritura piena risale a dopo la metà dell’ottocento. Sono intagliate in cottonwood, con tratti sommari e colori netti e violenti. Capolavori di creatività di un popolo che parla e affonda in un immaginario che vorremmo fosse anche nostro.
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