Un libro di Hervé Tullet è uscito in Italia, da Franco Cosimo Panini, già da qualche mese e forse non ne avremmo parlato se non per la felice coincidenza che deriva dall'aver vinto (ex aequo con Fortunatamente di Remy Charlip) il Super premio Andersen 2011.
D’altra parte, anche adesso che ne vogliamo parlare, Un libro sfugge ad ogni definizione. Cos’è, viene da chiedersi? La simulazione di un gioco elettronico? O la parodia, forse è meglio, di un gioco elettronico? O la 'storia' di pallini colorati che non ci raccontano però una 'storia', ma che si muovono, liberi e disinvolti, per le pagine bianche?
Un libro è un racconto magico e straordinario fatto praticamente con niente, solo tre o quattro pennarelli e una mano che li disegna su un foglio bianco. Ma in quei pennarelli c’è tutto quello che vogliamo ci sia e, con le istruzioni che l’autore ci consegna a piè di pagina, possiamo giocare, divertirci, interagire, ridere. E i bambini, non ci manca il crederlo, giocano, si divertono, interagiscono, ridono.
Come è possibile tutto questo con solo tre pallini colorati disegnati a pennarello? Ne premiamo uno e quello raddoppia, ne strofiniamo un altro e quello cambia colore, battiamo le mani e i pallini crescono tanto e tanto e tanto, incliniamo il libro e quelli scivolano ai bordi della pagina.
Non succede niente, e però succede tutto. I colori si muovono perché il ‘mago’ Tullet ci dice che i colori si muovono, e noi non possiamo far altro che credergli sulla parola dopo aver constatato, nella pagina successiva, che il pallino giallo si è davvero sdoppiato, che tutti i pallini sono scivolati via, che battendo tre volte le mani i pallini sono diventati palloni.
Un libro semplicissimo e straordinario che invita i bambini al gioco e al riso, che li aiuta a capire come quelle pagine possono non solo essere lette o raccontate o ammirate ma anche diventare oggetto di piccoli, continui, straordinari eventi,
Un libro che tutti vorrebbero aver fatto (invidia, invidia!) e che siamo felici che Hervé abbia fatto.
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