lunedì 23 maggio 2011

Sgarbi e dissensi

Non c’erano naturalmente dubbi che la Biennale di Venezia, affidando la curatela del Padiglione Italia a Vittorio Sgarbi, si esponesse volontariamente al fuoco delle polemiche. Puntualmente arrivate a pochi giorni dall’inaugurazione (fissata per il 4 giugno).
Ne abbiamo letto sui giornali tra i soliti strilli, frizzi e lazzi del nostro, ma non ne avremmo certo parlato, visto che oltretutto, in mezzo agli strepiti, abbiamo capito pochissimo dei contenuti, se non ci avesse messo lo zampino Roberto Innocenti che, invitato a quella che avrebbe dovuto essere una grande vetrina internazionale, ha detto decisamente di no, con motivazioni che ha voluto spiegare in una lettera circolare che pubblichiamo integralmente.


Gentili Sigg.

Mi scuso e ringrazio per l'invito ad una così importante Esposizione d'Arte , ma ci ho ripensato.
Non credo che l'Italia abbia bisogno di me per essere rappresentata, e io mi sentirei come un gatto ad una esposizione canina, o viceversa.
Se la mia vita dipendesse da questo Stato che ufficialmente mi invita, il mio recapito sarebbe c/o Stazione Centrale. È all'Estero che ho trovato casualmente e fortunatamente la dignità del lavoro, il rispetto e l'apprezzameto per la qualità e l'impegno, e la condizione più importante per pensare e produrre: la Libertà.
In attesa che questo pittoresco Paese si decida ad attuare e rispettare i Principi e e Diritti della sua Splendida Costituzione, distintamente saluto e ringrazio.

Roberto Innocenti, illustratore

Non crediamo che ci sia bisogno di ulteriori commenti da parte nostra. In filigrana si legge non solo il dissenso ma la volontà e la speranza per un paese diverso, un paese possibile che sarebbe potuto essere e che non è. Un luogo dove i Princípi sono più importanti delle apparenze, dove il lavoro è prestato e valutato con onestà, serenità e rigore, fuori dalle trombe, dai palloncini pubblicitari e dalle chiassate da avanspettacolo.
Grazie quindi a Roberto.

12 commenti:

  1. Grazie davvero.
    Parole ferme e chiare in tempi grigi, dove sembra non esserci più niente di solido a cui aggrapparsi contro la deriva generale.

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  2. Parole sante... ma amarissime.
    Che quadro desolante ragazzi........
    Grazie Roberto

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  3. quest'uomo è un grande.
    Un grazie da parte che crede ancora che le parole, i pensieri e le azioni
    siano legate da un filo indissolubile
    cordiali saluti
    lino stefani

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  4. A volte mi sembra di avvertire un disagio solitario, mi guardo attorno e vedo lo sfacelo, il cannibalismo più sfrenato.
    Certo ci vuole coraggio per prendere posizione, per dire NO, GRAZIE!, e spero che quel coraggio che leggiamo nelle parole di Roberto Innocenti non resti solo suo.
    Che diventi un pò anche nostro, questo spero. Grazie, Agata Diakoviez

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  5. Grazie Roberto!
    conoscendo la tua storia e la tua coerenza, torna tutto.
    Le tue parole dovrebbero essere urlate al megafono ... vedi mai che sveglino un paese che dorme.
    un abbraccio
    Fabio Campetti

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  6. Sei grande Roberto!!!!!!
    Christiane Büld Campetti

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  7. Grazie Roberto, possiamo sempre fare affidamento su di lei quando c'è in ballo la dignità della nostra professione.

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  8. me' cojoni!
    non era facile...
    aleVignozzi

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  9. Orgogliosa di seguire ed apprezzare da sempre un uomo e un artista così... grande Roberto!

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  10. Non sapevo di lei e del suo lavoro, mi spiace molto, leggendo la sua lettera ho capito che devo essermi persa molto, parole così appartengono a persone ormai sempre più rare ma che ancora fanno pensare che vale la pena resistere continuando a lavorare cercando di tener conto solo dell'etica e del rispetto dell'altro, altra da te. Grazie ancora
    assunta signorelli

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  11. una storia esemplare: italiano incompreso in patria, reso famoso e valorizzato all'estero, e che il Paese recupera per fare bella figura. Sgarbi ha messo in Biennale illustratori e figurativi, bravissimi, ma questo dignitoso e grande illustratore non l'avrà. Ed essendo Sgarbi, aspettiamoci il veleno.

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  12. Roberto Innocenti docet. Contro le conventicole del potere e la cecità di alcuni editori per i quali il lavoro di illustratore è poco riconosciuto. In Italia è così. Lo devi fare (quasi) gratis e pure ringraziare. Paese ingrato, il nostro. Incapace di valorizzare le capacità dei suoi figli migliori, la dignità del lavoro artigianale che in questo caso è pura arte.Non mi sorprende che Roberto abbia avuto la LIBERTA' di rifiutare l'invito.

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