martedì 2 ottobre 2012

Scarabottolo: da PIPO a PIPPO

Di Guido Scarabottolo parliamo spesso: e, in genere, con gran piacere e soddisfazione perché Guido è un uomo che stimola l'appetito e sollecita la fantasia, capace com'è di trasformare ogni situazione in un'idea nuova e in un evento irrinunciabile. Così in questi giorni abbiamo salutato l'annuncio, sul blog di Topipittori, della nascita di PIPPO, la Piccola Pinacoteca Portatile, collana di libri da lui disegnati, dedicati all'arte e destinati ai bambini. 

Rimandiamo, per chi vuole saperne di più, alla comunicazione di Topipittori; a noi fa piacere rilanciare un post che avevamo dedicato, qualche anno fa, alla Pinacoteca Portabile di Guido (PIPO). Era una piccolissima mostra in un paese che definire piccolo è dir poco (Givigliana, in Carnia, cinque abitanti). Il post era stato pubblicato nel 2009 dal blog Socialdesignzine.

Guido Scarabottolo da Leonardo da Vinci

La Pipo di Bau

Per dare il nome ai musei l’acronimo va di moda. Assonante o allusivo (Mart, Mav, Moma, Moca…) oppure quasi narrativo (Mambo, Madre…) ha sostituito i nomi con cui per tradizione sempre si erano chiamati i Musei, da Galleria degli Uffizi a Musei Capitolini, da Stanze Vaticane a Accademia di Brera.

Anche Guido Bau Scarabottolo non ha resistito alla tentazione e il suo museo (piccolo, piccolissimo, state tranquilli!) l’ha chiamato Pipo che, sciogliendo la sigla, si legge Pinacoteca Portatile.
Portatile per molti motivi. La 'Pinacoteca' è stata realizzata in un paesino tra i monti del profondo nord, nella Carnia, a Givigliana, luogo dove è difficilissimo arrivare in macchina (meglio a piedi!) e che conta una comunità locale di cinque (sic!) abitanti.
Per queste caratteristiche endemiche i trasporti e gli spostamenti, anche d’arte, sono fortemente sconsigliati e quindi Pipo si è dotato di un’attrezzatura leggera ‘da viaggio’, non più di mezzo chilo tra stampate assortite di capolavori dell’arte mondiale, dal mediovevo fino alle avanguardie storiche escluse e, citando l’artista e/o direttore della Pinacoteca, “…matita, penna, (queste penne che sono un ibrido tra stilografica e biro e lasciano un segno bellissimo quando stanno per esaurirsi) pennello spelacchiato, carboncino, gessetto, una terra rossa comprata in Marocco, inchiostro di china vecchio, bianchetto e vecchi fogli di carta.”



Guido Scarabottolo da Francisco Goya
Guido Scarabottolo da Antonio del Pollaiolo

La mostra di Scarabottolo si è accoppiata all’esposizione di libri che Alberto Casiraghy prepara da anni per la sua sigla Pulcino-elefante, e se Givigliana, per le sue dimensioni e la sua inaccessibilità, può essere definita un ‘pulcino’, per significare gli ‘elefanti’ Guido è andato a cercare i grandi, gli elefanti, della storia dell’arte mondiale, scaricati, a caso dice lui ( “se no come sarei arrivato a Zurbaran, che avrò sentito nominare si e no una volta?") dalla rete e stampati in bassa risoluzione: quindi Leonardo e Goya, Pollaiolo e Vermeer, Matisse e Longhi, Turner e Masaccio, Paolo Uccello e Mantegna. E così via, tutti raccolti in quel mezzochilo che ricordavamo prima.







Naturalmente, uscendo di metafora, l’operazione Pipo si lega assai strettamente a tutto quel discorso sulla riproduzione, copia, contraffazione, trasformazione di cui Guido Scarabottolo ha fatto uno dei nodi privilegiati e sensibili del suo linguaggio espressivo, quei sottili slittamenti semantici che portano l’occhio su un terreno che ci appare consueto, ma che è in realtà sconosciuto e quindi tutto da esplorare. Per tornare poi sempre al punto di partenza, come in una passeggiata di montagna (a Givigliana?) perché: “Passeggiare vuole dire andare dal punto A al punto A, facendo un giro lungo quanto si vuole e impiegando tempo e energie. Per un milanese un concetto semplicemente impensabile, dato che già si trova nel punto A. Ho impiegato anni a capire.


Pipo, Pinacoteca Portatile, opere di Guido Scarabottolo, a cura di Sara Codutti e Giovanna Durì per l’Associazione WCOMiX, ‘Galerio’ di Pieri Pinzan, Givigliana, Udine, 5-20 settembre 2009.

Nessun commento:

Posta un commento