Giuseppe Scalarini, La guerra, 1914 |
«Se scoppia una guerra con l’Austria – disse nel 1913 Mussolini, allora direttore de l’Avanti, a Giuseppe Scalarini, che ogni giorno disegnava una vignetta per il quotidiano socialista, – io ci vado.»
«Ma io no», rispose deciso Scalarini.
«Anche se fosse una guerra di difesa?»
«Anche quella. I poveri non hanno niente da difendere: il patrio suolo deve difenderlo chi se lo gode.»
Giuseppe Scalarini, Blocco nazionale, 1921 |
Giuseppe Scalarini, Il figlio della guerra, 1920 |
«Posso dire d’esser nato due volte, – ebbe a scrivere una volta – il 29 gennaio 1873 e il 22 ottobre 1911, quando uscì su “l’Avanti” la mia prima vignetta.»
Da quel 22 ottobre, prima che l’organo del Partito Socialista chiudesse i battenti, nel 1926, soffocato dalle leggi straordinarie, Scalarini pubblicò su l’Avanti 3700 vignette. Il suo tratto lineare e scheletrico, senza nessun aggiustamento accattivante, divenne in breve popolarissimo, gli procurò lodi sperticate e critiche feroci, processi, condanne e persecuzioni; contro di lui furono organizzate spedizioni punitive dalle squadracce fasciste e fu mandato al confino. Soprattutto però le vignette gli procurarono fama larghissima presso quel popolo che non voleva esser più «utile, paziente e bastonato» (come si leggeva nella testata de L’Asino di Gabriele Galantara) ma che cercava di rizzarsi in piedi a contrastare la protervia degli affaristi senza scrupoli, dei pescecani di guerra, dei generali guerrafondai.
Giuseppe Scalarini, La sardella e il pescecane, 1915 |
Nelle sue tavole asciutte e crudeli lo sfruttatore è subito fisicamente riconoscibile: ha il ventre obeso, le guance porcine, le unghie artigliate. Lo sfruttatore, in marsina, esce dalle scarpe di cartone sfondate portando in spalla sacchi di denaro; con il sigaro in bocca ostenta, da arricchito di guerra, gli anelli e i bottoni ricavati dai teschi scarniti delle vittime.
Giuseppe Scalarini, La breccia, 1916 |
Giuseppe Scalarini, L'arricchito di guerra, 1919 |
Giuseppe Scalarini, La guerra, 1914 |
Giuseppe Scalarini, Ah, la guerra non è rivoluzionaria? Guardate che rivoluzione ha fatto nel mio corpo, 1920 |
Un’analisi politica appassionata ma lucida che si andava verificando attraverso la guerra di Libia, l’interventismo e la Prima guerra mondiale, il drammatico e concitato dopoguerra, la nascita e l’avvento del fascismo.
Giuseppe Scalarini, Africa, terra di morti, 1911 |
Giuseppe Scalarini, Il fascismo, 1924 |
Per saperne di più: Scalarini, a cura di Mario De Micheli, Edizioni Avanti, 1962.
un mondo senza guerra è un mondo migliore
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