Libri che non avevamo segnalato perché il nostro blog non esisteva ancora. Libri che abbiamo segnalato altrove. Libri che meritano comunque di essere segnalati e ricordati. Libri mai usciti in Italia. Libri memorabili per testi e immagini. Libri.
22. Michael Foreman. Orazio
Gli ippopotami, da che mondo è mondo, sguazzano nel fango e ci si trovano bene. Il loro mondo non si spinge più in là della foresta e della riva del fiume. Ma Orazio vuol vedere, viaggiare, conoscere cose nuove e un giorno parte per la grande città, sporca, indaffarata, caotica, dove gli aquiloni non riescono a volare e la gente si agita come formiche impazzite.
Orazio è forte e trova lavoro come trasportatore (con la grande bocca e la sua mole imponente è l'ideale) finché un giorno il pianoforte a coda del professor Pizzetti, famoso concertista, si incastra tra le sue mandibole e il pianista è costretto a suonare in quella posizione, scomoda ma singolarmente eccitante. Il successo è clamoroso perché al suono della musica Orazio si lascia andare alle fantasie della danza. I due concertisti (Orazio e il professore) passano da trionfo a trionfo finché l'ippopotamo curioso non sente forte la nostalgia di casa e la voglia di raccontare le sue esperienze agli amici. Orazio torna al suo fiume.
"Com'era il mondo?" gli chiese suo padre quando lo vide.
"Costruiscono le strade sui campi di grano, buttano le sporcizie sulla neve e fanno le strade sulle margherite - rispose Orazio - Ma io ho potuto fischiare, danzare e girare il mondo."
Luci e ombre quindi, ma questa è forse la strada della conoscenza e questi i costi da pagare. I giovani ippopotami infatti sono già partiti, per seguire l'esempio di Orazio.
Orazio di Michael Foreman è un libro del 1974 (in Italia fu pubblicato dalla Emme di Rosellina Archinto) e risente fortemente dei quarant'anni passati da allora. Sfogliando le pagine ci si squaderna davanti tutta la fantasia e l'eleganza della grafica pop inglese di quegli anni (quella che prese esempio da Yellow Submarine, per dire), ma anche il suo messaggio garbatamente ecologista, la fiducia ironica nell'uomo e nella fantasia come forza motrice di un futuro possibile.
Non cerchiamo di iscrivere un grande artista come Michael Foreman nel cerchio stretto di un'ingenua ideologia hippie ma certo qua e là, in queste pagine, quel sogno grafico fa capolino e le profuma di nostalgia. Orazio crescerà e sarà un ippopotamo migliore perché ha visto e capito. Ma sarà anche sempre in accordo con la sua natura; lo stesso tema che sarà ripreso, qualche anno dopo dal Cornelius di Leo Lionni, dove l'esperienza del coccodrillo che riesce a stare in piedi e quindi a vedere più lontano sarà il punto di partenza, forse meno ingenuo ma altrettanto consapevole, per una evoluzione equilibrata e possibile.
Michael Foreman, Orazio, 1974, Emme edizioni.
Gli ippopotami, da che mondo è mondo, sguazzano nel fango e ci si trovano bene. Il loro mondo non si spinge più in là della foresta e della riva del fiume. Ma Orazio vuol vedere, viaggiare, conoscere cose nuove e un giorno parte per la grande città, sporca, indaffarata, caotica, dove gli aquiloni non riescono a volare e la gente si agita come formiche impazzite.
Orazio è forte e trova lavoro come trasportatore (con la grande bocca e la sua mole imponente è l'ideale) finché un giorno il pianoforte a coda del professor Pizzetti, famoso concertista, si incastra tra le sue mandibole e il pianista è costretto a suonare in quella posizione, scomoda ma singolarmente eccitante. Il successo è clamoroso perché al suono della musica Orazio si lascia andare alle fantasie della danza. I due concertisti (Orazio e il professore) passano da trionfo a trionfo finché l'ippopotamo curioso non sente forte la nostalgia di casa e la voglia di raccontare le sue esperienze agli amici. Orazio torna al suo fiume.
"Costruiscono le strade sui campi di grano, buttano le sporcizie sulla neve e fanno le strade sulle margherite - rispose Orazio - Ma io ho potuto fischiare, danzare e girare il mondo."
Luci e ombre quindi, ma questa è forse la strada della conoscenza e questi i costi da pagare. I giovani ippopotami infatti sono già partiti, per seguire l'esempio di Orazio.
Orazio di Michael Foreman è un libro del 1974 (in Italia fu pubblicato dalla Emme di Rosellina Archinto) e risente fortemente dei quarant'anni passati da allora. Sfogliando le pagine ci si squaderna davanti tutta la fantasia e l'eleganza della grafica pop inglese di quegli anni (quella che prese esempio da Yellow Submarine, per dire), ma anche il suo messaggio garbatamente ecologista, la fiducia ironica nell'uomo e nella fantasia come forza motrice di un futuro possibile.
Non cerchiamo di iscrivere un grande artista come Michael Foreman nel cerchio stretto di un'ingenua ideologia hippie ma certo qua e là, in queste pagine, quel sogno grafico fa capolino e le profuma di nostalgia. Orazio crescerà e sarà un ippopotamo migliore perché ha visto e capito. Ma sarà anche sempre in accordo con la sua natura; lo stesso tema che sarà ripreso, qualche anno dopo dal Cornelius di Leo Lionni, dove l'esperienza del coccodrillo che riesce a stare in piedi e quindi a vedere più lontano sarà il punto di partenza, forse meno ingenuo ma altrettanto consapevole, per una evoluzione equilibrata e possibile.
Michael Foreman, Orazio, 1974, Emme edizioni.
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