16. Charles Dickens, Fabian Negrin. Capitan Omicidio
Un frammento da Charles Dickens, in tema di bicentenario, un racconto sapido e quasi sadico, raccontato dalla nurse all'allora bambino Charles con l’evidente scopo di fargli paura. Altri momenti e tempi della pedagogia. Dickens d’altronde, ne ebbe paura, conservò sempre un pessimo ricordo della sua nurse (troppo chiamarla tata!), ma seppe trasfigurare quel ricordo d’infanzia in un gustosissimo gioiello narrativo.
Capitan Omicidio è un Barbablù inglese, che sposa giovani fanciulle, le porta in casa con il suo tiro a dodici, le costringe a preparare un pasticcio di carne (una torta salata a seconda della traduzione) e riempie il pasticcio con le teneri e giovani carni delle spose, naturalmente fatte a pezzetti e insaporite con sale e pepe. Da leccarsi le dita, fino all’ultimo ossicino.
Capitan Omicidio non prevede lieto fine. Il briccone la pagherà cara, avvelenato da una delle sue vittime e gonfiandosi fino a scoppiare, ma nessuna sposa riuscirà a sopravvivere al malfattore e i cavalli fuggiranno via veloci e impauriti. Un racconto perfido e ilare, angosciante e ironico, nella scia del miglior Dickens.
I disegni di Capitan Omicidio sono quasi astratti, una lettura trasversale e/o separata dal testo, quasi un divagare senza ancoraggio preciso. Ne esce un albo con poche esche narrative ma con moltissimi elementi di suggestione grafica. Macchie d’acqua e colore a spandersi sulle grandi pagine creando spesso una distonia assoluta e magica.
Da consigliare a tutti. Da leggere e meditare. Da guardare a bocca aperta. Soprattutto dopo l’imbrunire.
Charles Dickens, Fabian Negrin, Capitan Omicidio, Traduzione di Angela Ragusa, Orecchio Acerbo, 2006, euro 13,50.
Teresa Buongiorno ci scrive:
RispondiElimina"L'interpretazione di Fabian Negrin dà una particolare chiave di lettura: le immagini spostano la storia nel mondo parallelo degli insetti. Capitan Omicidio è un pennuto, le spose sono farfalle. È normale che un pennuto si nutra di insetti, e la vicenda diventa meno angosciosa, subito. Un brivido e via, perché queste sono cose che nel nostro mondo non capitano... Il bambino avrà tutto il tempo di scoprire, crescendo, come vanno le cose nel mondo degli umani, raramente così male".
Teresa Buongiorno