martedì 3 aprile 2012

Libri recuperati. 18. Velluto, storia di un ladro

Libri che non avevamo segnalato perché il nostro blog non esisteva ancora. Libri che abbiamo segnalato altrove. Libri che meritano comunque di essere segnalati e ricordati. Libri mai usciti in Italia. Libri memorabili per testi e immagini. Libri.


18. Silvana D'Angelo, Antonio Marinoni. Velluto

Il ladro Velluto penetra nelle case, le segue, ne annusa l’odore e ne carpisce l’atmosfera. È un ladro gentiluomo e non tocca nulla, ma cerca l’anima e l’identità della casa. Alla caccia, naturalmente, della ‘propria’ identità e della ‘propria’ anima. In tutto questo, seguendo un amico fedele, il proprio naso. Velluto segue la ballerina Corinne e entra nella sua casa, una casa accogliente e ospitale, si riconosce dal buon odore. Perché “… una casa felice è una casa ospitale. Appena ho scavalcato la finestra mi ha colpito l’odore dell’olio di noci con cui lucida i mobili, quello della lavanda nei cassetti della biancheria…”

Ed è una casa molto particolare, una casa museo, ingombra di oggetti e di storie, dai lunghi corridoi che fanno penetrare nelle allegre stanze abitate, ma che vivono anche, quei corridoi, una vita di relazione propria con le lampade che fanno l'occhiolino ai quadri alle pareti, alle poltrone, ai tavoli, agli oggetti.


I disegni di Marinoni sono bellissimi e, nel senso buono, quasi maniacali. Non lasciano nulla di inespresso, sono tratteggi fitti e precisissimi che rimandano a certo surrealismo di Magritte, di Max Ernst, di Savinio. E infatti i quadri di questi artisti sono alle pareti ma non sono certo soli perché su un tavolo si vede un reliquiario di Giò Ponti, in un angolo, accanto a una pianta, una scultura di Fausto Melotti, e poi lampade di Vico Magistretti, di Gae Aulenti e Achille Castiglioni, poltrone di Joe Colombo e di Gaetano Pesce.


Era questo un esperimento già tentato qualche anno fa da Steven Guarnaccia che aveva disegnato un Riccioli d’oro e i tre orsi (e, più recentemente i Tre porcellini) all’interno di una casa arredata da un ‘architetto’, in tutta evidenza fan del Movimento moderno. Quello che in Guarnaccia sembrava però un espediente intellettuale e un gioco dell’ingegno, per Marinoni è una necessità espressiva; riportare il mondo degli oggetti che si amano, e che si sono scelti, all’interno di un ‘segno’ che tutti li comprenda e offra loro una nuova opportunità.


Le 'cose' che Marinoni ci mostra, e che fanno vivere la casa di Claude e Corinne, non sono mai in proscenio; sono l’humus dove Velluto svolge la sua storia e cerca la sua anima. Ma quel segno maniacalmente intrecciato, quella ricerca puntigliosa di un comun denominatore narrativo, ci fanno credere che, tutto sommato, quel mondo Marinoni e D’Angelo (molto bello, tra parentesi, il testo, in equilibrio tra la poesia e il racconto, tra l’evocazione e la suggestione) lo abbiano già trovato.


Silvana D'Angelo, Antonio Marinoni, Velluto, Storia di un ladro, Topipittori, 2007, euro 16,00.

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