lunedì 30 aprile 2012

Il bicchiere vuoto di Etienne

"Ho guardato attentamente il catalogo della Bologna Children's Book Fair intitolato Illustrators Annual 2012. Bell'oggetto, splendido per la riproduzione delle immagini e per la stampa. (...)
2685 illustratori hanno inviato ciascuno cinque disegni, che formano i loro dossier. E i cinque membri della giuria, venuti dal Giappone, dalla Francia, dall'Italia, Inghilterra e Polonia ne hanno scelti 72 per la mostra e li hanno inclusi in catalogo. (...)
Cosa resta di questa selezione severa? Niente, rien, nothing, nichts, nada, possiamo compitarlo in tutte le lingue. Un po' di polvere sull'angolo del tavolo. Mi trovate duro?.."



Illustrazione di Etienne Delessert

Le parole sono di Etienne Delessert, che le ha pubblicate in un lungo articolo, che merita di essere letto integralmente, su Magazine Ricochet Jeunes.
Etienne vede il bicchiere talmente mezzo vuoto che fa venire il capogiro. Non che abbia tutti i torti, al contrario, ma il suo esame della situazione attuale è talmente sconsolato e pessimista da non lasciar via di scampo, e coinvolge tutti, dagli autori e gli illustratori, sempre e comunque senza idee e aggiogati al carretto del trend del momento, agli editori, interessati più a cercare quello che si può vendere nell'immediato a detrimento di quello che vale, alle scuole d'arte e di design, sempre più povere e incapaci di insegnare, e sempre più succube dei sistemi computerizzati. Un mondo senza speranza, che non salva niente e nessuno e coinvolge tutto e tutti in un cosmico paratrac. E come farà la Fiera - si chiede ancora Etienne - a celebrare l'anno prossimo i suoi cinquant'anni in questa pochezza miserabile di idee e di risultati?

Naturalmente non siamo completamente d'accordo con Delessert perché la situazione non ci appare così disperata e, a fronte della tanta approssimazione che il nostro stigmatizza, si vedono anche moltissimi tentativi seri e meditati, tante idee segnalabili, tanto fermento di interesse, magari ingenuo e acerbo, da parte di tantissimi giovani. È un mondo in movimento e trasformazione e siamo francamente più curiosi di capire quali ne saranno gli esiti che di affossarlo sotto una definitiva pietra tombale.

Illustrazione di Etienne Delessert

L'articolo di Etienne Delessert è comunque un segnale d'allarme che sarebbe sciocco ignorare o mettere in non cale, sopratutto venendo da tale pulpito. Evidenzia problemi che ci sono, molte situazioni di confusione e di difficoltà. Per questo dovremo riflettere con attenzione: altrimenti 'il bicchiere mezzo vuoto' di Delessert resterà il mugugno stizzito, quasi il rigurgito acido di uno stomaco molto irritabile.

3 commenti:

  1. Su questo tema, fra sabato e ieri si è sviluppato un dibattito, piuttosto intenso ma probabilmente un po' noioso, sulla pagina Facebook dei Topipittori. Nella discussione è intervenuto anche Etienne Delessert in persona. Chi fosse interessato, può leggerlo ed eventualmente contribuire qui https://www.facebook.com/?ref=hp#!/Topipittori/posts/143052095825170?notif_t=share_comment

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  2. Walter Fochesato ci scrive:

    Concordo con voi sul fatto che l'analisi di Delessert sia forse troppo pessimistica. Resta il fatto di un catalogo veramente imbarazzante e modesto. Pensavo di essere stato già piuttosto duro nei miei giudizi quando al Caffè degli Illustratori abbiamo presentato con Ars in Fabula, e in collaborazione con la Fiera di Bologna, il nuovo premio per i talenti emergenti dell'Illustrazione. Mi accorgo adesso di essere non soltanto in buona compagnia ma di aver dato, per alcuni versi, giudizi fin troppo generosi. Come dire non si è mai abbastanza severi! Dobbiamo proprio rassegnarci a questo minimalismo incapace di raccontare e quindi di essere illustrazione? A questi segni flebili e sparagnini, senza nerbo e vigore? A questo "espressionismo" di terza mano che crede di risolvere tutto facendo un'occhio più grande e l'altro più piccolo o rimestando, letteralmente, nei piatti? Ma soprattutto mi chiedo: quanto la selezione rappresenta veramente la realtà dell'illustrazione internazionale?
    Walter Fochesato

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    1. Probabilmente avete tutti ragione e la mostra degli illustratori di Bologna non era gran che. Ma, se è legittimo, anzi doveroso, prendere spunto per allargare il discorso non ci sembra giusto fare di tutt'erba un fascio e arrivare a una specie di 'todos caballeros' delle responsabilità del degrado, per Delessert evidente, dello stato dell'illustrazione mondiale. Sarebbe bastato forse giudicare modesta la selezione della mostra bolognese e modesto il livello dei lavori presentati, come appunto giudica Walter.

      Fochesato chiude con una domanda: quanto la selezione rappresenta veramente la realtà dell'illustrazione internazionale? Poco, diremmo, ma se si vuole davvero allargare il dibattito c'è bisogno di non portare le scelte di una singola iniziativa a paradigma universale dello 'stato dell'unione'.

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