lunedì 11 luglio 2011

Gozzini alle spalle della Bollente


Qui tutti possono entrare, consultare, proporre, comunicare. Benvenuti.

La fontana della "Bollente".
Un ingresso, quello della Libreria Cibrario ad Acqui Terme, che è tutto il programma e l’interfaccia di quello che potremo trovare all’interno. Dietro la grande e monumentale fontana della "Bollente" (acqua solforosa che esce a 75 gradi; mettere un dito sotto la cannella per credere, nomen omen), quasi nascosta e appartata, Mariangela Cibrario espone, in un caotico ma razionalissimo progetto, i suoi libri (quelli antichi e quelli nuovi), le cartoline e i poster storici, i barattoli di miele e marmellate, in un ambiente che più colloquiale e meno presupponente non si potrebbe.

Mariangela Cibrario tra i suoi libri
Friendly, si direbbe oggi, ma siamo sicuri che Mariangela, riservata di parole come tutti i piemontesi, non sarebbe d’accordo con questa definizione che fa tanto palloncino pubblicitario.

Aggirandoci tra gli scaffali possiamo godere di alcune copertine storiche dei racconti di Emilio Salgari, delle edizioni di poesia Guanda degli anni ‘60 (con molta nostalgia abbiamo rivisto la raccolta di Jacques Prevert che all’epoca ci affascinò: “…Ricordi Barbara, pioveva senza sosta su Brest…”), di alcuni dei primi numeri degli Oscar Mondadori con le belle tempere di Mario Tempesti. Libri di oggi, di ieri e dell’altro ieri, senza tempo, legati tutti dalla passione della libraria che, molto significativamente, proviene dal restauro del libro e rivendica con un certo orgoglio la sua origine.



La Libreria Cibrario non offre al suo pubblico, che ci piace credere affezionato, i best sellers del momento e poco si preoccupa di star dietro alle novità. Lavora sul lungo periodo, seleziona le proprie scelte. Tra quegli scaffali non si troveranno i libri di cucina di Antonella Clerici e di Benedetta Parodi, ma sarà possibile godersi tutti i volumetti del Leone Verde che pubblica ricettari che sono, anche e soprattutto, una ricognizione nei luoghi del cibo, dell’antropologia, della cultura (un solo titolo che abbiamo sfogliato con curiosità e piacere: le ricette tratte dal Don Chisciotte, con la definizione della ‘povera’ mensa del cavaliere dalla triste figura: “Una olla podrida, più vacca che castrato, brincelli di carne in insalata, il più delle sere, frittata in zoccoli e zampetti il sabato, lenticchie il venerdì, un po’ di piccioncino per soprappiù la domenica, esaurivano i tre quarti dei suoi averi.”)

Il Giralibro
Poi ci sono le riunioni dei gruppi di lettura, i laboratori, le presentazioni, le piccole mostre: e il Giralibro (due tavolini, fuori della libreria, a ridosso della "Bollente", che offrono al passante dei libri da guardare, prendere, portar via, leggere e abbandonare dove qualcun altro potrà leggerli e abbandonarli, a sua volta, nell’atrio di una stazione, sulla panchina di un giardino, su un sedile del tram…)

Luogo, come si sarà capito, che si è piaciuto molto e quale potrebbe essere stato, dunque, posto migliore per presentare Libero Gozzini e il suo Barone di Münchausen?


Münchausen è opera che sembra quasi un riassunto dell’attività della Cibrario: libro di storie e di immagini, antico e moderno, popolare e appartato. Come Libero d’altra parte che si presenta, sempre, quasi scusandosi di essere lì, in un placido understatement che sottolinea in modo evidente come l’essere sia sempre da preferire all’apparire.


Libero Gozzini, Mariangela Cibrario e Veronica Rauch preparano la presentazione del Barone di Munchausen.

Libero Gozzini è un gran maestro dell’illustrazione italiana, ma viene avanti sempre “con il cappello in mano” (e la cartella di disegni sottobraccio, da aggiungere!), raramente capace, o voglioso, del passo che lo porti in proscenio. Libero Gozzini non sgomita, eppure i suoi disegni, le sue spiegazioni del perché di ogni scelta grafica, la sua maestria tecnica, lasciano sempre e comunque stupefatti.

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