lunedì 28 maggio 2012

Una giraffa nel calzino

Silvia Bonanni espone il suo Zoo di cose a Mozzo, Bergamo, dal 25 maggio al 30 giugno.




Michelangelo dentro un blocco di marmo vedeva il David. Bastava tirarlo fuori; David era dentro e voleva solo venire fuori. L’esempio, lo sappiamo bene, è ingombrante ma non crediamo che Silvia Bonanni si offenderà se pensiamo di poter dire che l’atteggiamento con cui l’illustratrice milanese crea le sue ‘illustrazioni’ ha qualche contatto con il punto di vista del grande Buonarroti.




Tutti noi vediamo una felpa e pensiamo subito se la giornata è giusta per indossarla o se, magari, non sarebbe meglio qualcosa di più pesante: oppure tiriamo fuori dal cassetto un nostro paio di calzini e istintivamente  cerchiamo l’accordo di colore con la camicia o la cravatta. Atteggiamento e valutazione funzionale, potremmo dire.




Silvia Bonanni no; vede un calzino vagamente color arancione e immagina una giraffa, una felpa grigia e pensa a un elefante. Non è però soltanto l’atteggiamento consueto dell’artista che si dedica ai ready made perché lo zoo che Silvia immagina e costruisce non può prescindere dal suo ‘gesto’ creativo, dall’intervento  che ‘modifica’ e trasforma la materia di base. Le stoffe di Silvia quindi non si offrono ‘in sé’ ma devono essere guardate ‘al di là’.

La mano dell’artista vede ‘attraverso’ e si muove ‘in direzione’ dell’animale, in questi casi, che ha visto nell’oggetto e che è, al momento, il focus della sua attenzione. Un esercizio di creatività che si può consigliare a tutti e che i bambini conoscono bene. Quello di creare la realtà e animarla, facendola vivere, con la propria fantasia.


Per saperne di più si veda la bella intervista a Silvia Bonanni sul blog di Topipittori.

domenica 27 maggio 2012

La geometria istituzionale dei mon

In occidente l’araldica e la grafica hanno avuto sviluppo separato e non sempre i due sistemi sono stati, e sono, logicamente compatibili. La necessità e la tradizione dei segni e simboli araldici, ben viva in occidente dal XIII secolo fino all'ottocento, si è andata a poco a poco spegnendo. Non aggiornandosi strutturalmente si sono ripetuti stancamente stilemi e figure che non hanno più quasi ragion d'essere. I marchi attuali, soprattutto quelli commerciali,  invece nascono dalle dinamiche sociali nuove e dalla volontà di identificare e identificarsi senza ambiguità in un mondo comunicativamente complesso.
Gli stemmi araldici, nel migliore dei casi, sono la nostra storia, i marchi la nostra cronaca.


Bandiera della prefettura di Tokyo

Altre culture hanno avuto dinamiche diverse. Il Mon ("marchio") giapponese è l'equivalente del nostro "stemma" ma la storia della sua affermazione non segue esattamente l'andamento occidentale.
L'araldica giapponese è, accanto a quella europea, la più antica e la più sistematizzata. Nata nel XII secolo si sviluppò fino all'800; fu usata dalla famiglia imperiale, dalle grandi famiglie feudali e dai samurai e in seguito si estese capillarmente alle altre classi sociali.
Nell'800 - come l'araldica in Europa - il mon andò decadendo: solo oggi ha ripreso vigore con le applicazioni legate alle imprese industriali e commerciali. Tra mon 'istituzionali' e mon 'commerciali' non esiste infatti frattura. Nascono dalla stessa matrice tradizionale e vengono ridisegnati con una stessa logica di astrazione simbolica. Oltre ai designers esiste infatti in Giappone una specie di corporazione degli 'araldisti' che devono fare un complesso tirocinio di 5 anni per esercitare la professione.

I motivi grafici dei mon sono generalmente inseriti in cerchi: ma nel Giappone feudale venivano applicati su bandiere, kimono e oggetti. Le figure sono il più delle volte astratte, o sono stilizzazioni di fiori, uccelli, oggetti, armi etc. A volte sono veri e propri monogrammi; in questi casi la complessità visiva degli ideogrammi giapponesi rende, per noi occidentali, ancor più 'graficamente’ appetibili i segni trasformando, ai nostri occhi, i mon da 'lettere’  in 'figure’.


Bandiere delle prefetture di Aichi, Akita, Fukui, Hiroshima, Ishikawa, Yamaguchi, Mie, Nagano, Osaka.

I mon moderni, come quelli delle città e delle prefetture, che non esistevano nell'800, tendono ad una marcata astrazione, che recupera stilemi antichi in forma graficamente attualissima. La modernizzazione si è accentuata dopo il 1945 anche come reazione alla sconfitta in guerra e perciò come volontà di 'rottura' col passato feudale. In realtà, soprattutto nella stilizzazione dei fiori e nei segni astratti, il repertorio dei mon antichi è già molto ampio.

I mon delle città e delle prefetture (come quelli che pubblichiamo in questa pagina) sono spesso, come detto, la traduzione in segno stilizzato dell'iniziale, o alludono alla posizione geografica (mare, monti etc..) della località, o a concetti astratti (armonia, progresso etc.). Quello che comunque colpisce di più osservandone una serie, è l'omogeneità completa di intenti. Non si ha mai l'impressione di casualità, di approssimazione o di pasticcio. Dal punto di vista dell'approccio metodologico al disegno si tratta certamente di un esempio rilevante. (da Socialdesignzine)

giovedì 24 maggio 2012

Centostorie: lontano da dove?

Durante gli anni quaranta Centocelle aveva il suo punto centrale in piazza dei Mirti e la via principale in via dei Castani, costeggiate da piccole case basse a uno-due piani. Nella piazza sorgeva un'osteria con un pergolato, dove risiedeva il comando partigiano di zona nel periodo in cui, nei primi mesi del 1944, Centocelle divenne "zona liberata", mentre tutto intorno si estendeva il tracciato dei binari delle ferrovie vicinali. Al di là di questi due luoghi, c'erano strade in terra battuta, che si addentravano nella campagna circostante verso la marrana allora presente che scorreva in una valletta. Questi sentieri avevano tutti intorno casupole, disposte disordinatamente su un terreno leggermente ondulato.
Finita la guerra a partire dagli anni cinquanta fino agli anni settanta si ebbe un periodo di costruzione selvaggia che stravolse la natura dei luoghi come gran parte della periferia. Tuttavia fu messo in atto un vero e proprio piano regolatore ben visibile dalla perimetralità delle strade del quartiere.
Dai primi anni del 2000 sono in costruzione alcune stazioni della nuova Linea C della Metropolitana di Roma che avrà il compito di collegarla con il centro della città e riqualificando l'intera zona.
(Centocelle, da Wikipedia)


Centocelle è quartiere periferico e distante dal centro storico di Roma. Con ogni probabilità, come dice Wikipedia, ha un gran bisogno di essere riqualificato e di essere collegato in qualche modo, anche se una passeggiata dalle parti di Piazza Navona, Castel Santangelo o San Pietro, con i lungotevere costipati e congestionati dal traffico di questi giorni di primavera, non è quanto di meglio ci si possa aspettare e augurare.


Centocelle è invece silenziosa e appartata e una sua piccola 'riqualificazione' è già cominciata ad opera delle libraie di Centostorie, tra le librerie per ragazzi giustamente più note e apprezzate in Italia. Eppure il posto è piccolo, fuori mano si è detto; due stanze affacciate sulla strada delle Rose, arredi senza grandi pretese, nella norma di quanto si può vedere in molte parti a giro per l'Italia.
La differenza la fanno, appunto, le libraie, attente e creativamente infaticabili, pronte sempre a sfruttare ogni idea e fermento nuovi. 



A Centostorie si leggono i libri, questo è ovvio, ma si organizzano laboratori praticamente su tutto, si celebrano compleanni, si fa merenda (c'è, all'interno un punto di caffetteria organizzato), si organizzano e si formano i futuri librai per ragazzi, con corsi che sono continui e apprezzati e hanno già dato parecchi frutti.


Fiore all'occhiello della libreria ci sembra comunque il microblog che Centostorie pubblica con puntuale assiduità e che si presenta come una delle voci più autorevoli e seguite della pubblicistica di settore. Nel blog attenzione ai libri, all'attività degli illustratori, agli eventi, ma anche alle mamme blogger, e poi consigli su come aprire e gestire una nuova libreria per ragazzi, su come formare il catalogo ecc. Uno strumento prezioso che non ci fa pensare quanto Centocelle sia lontana. Ma lontana da dove?

martedì 22 maggio 2012

Calder's Circus

Alexander Calder's Circus, 1926-1929

Che l’artista abbia un accesso privilegiato al mondo dell’infanzia è quasi luogo comune. Resta sempre un po’ bambino, riesce a mantenere la freschezza della sua emotività e non abbandonarla, coniuga con i sogni della sua prima età, con lo stupore e l’entusiasmo del gioco, i suoi sentimenti razionali di uomo adulto.

Alexander Calder, 1971

A volte il bambino prevale addirittura sull’uomo e allora il miracolo si compie in pieno. In questo vecchio signore, sovrappeso e con i lunghi capelli bianchi, dalla faccia mobile e divertita, ghignante e bella, riusciamo ancora a vedere il bambino e a indovinarne la gioia e il divertimento mentre, ben oltre i settant’anni, manovra e anima i suoi personaggi circensi, accompagnandoli con la musichetta del grammofono, gli annunci del presentatore, il fischietto che chiama all’esercizio in  pista.

Alexander Calder's Circus, 1970

Alexander Calder's Circus, 1970

Alexander Calder, Sandy per i molti amici, aveva sempre amato il mondo del circo, fin da quando, come illustratore, e si era nel 1925, aveva disegnato, per la rivista National Police Gazette, alcune scene del Barnum & Bailey.

Trascorsi nel circo due settimane, giorno e notte. Capivo già dalla musica quale numero stava per cominciare e mi spostavo per cercare un punto d’osservazione strategico. Alcuni numeri si vedevano meglio dall’alto, altri dal basso. (…) Ho sempre amato il circo … Così decisi di crearne uno, solo per divertirmi”.

Alexander Calder's Circus, 1926-1929
Alexander Calder's Circus, 1926-1929

 Calder cominciò con l’allestire il tendone, in miniatura naturalmente, e poi, via via, tutti gli attori dello spettacolo.

Il mio primo acrobata fu un saltatore, che aveva le gambe di filo d’acciaio, mani di piombo, corpo vestito di velour giallo, e una testa fatta di un pezzo di turacciolo, coi capelli dipinti a guazzo.

Poi, sempre con fil di ferro, pezzetti di stoffa sporcata di colore, tappi di sughero ecc, ci saranno l’elefante e il clown, l’uomo più forte del mondo, il leone in gabbia e il domatore, i trapezisti, la danzatrice del ventre, il lanciatore di coltelli, il mangiatore di spade, i giocolieri…

Alexander Calder's Circus, 1926-1929

Il Calder's Circus fu completato in quattro anni e in breve diventò un appuntamento importante nella Parigi della fine degli anni Venti, dove l’artista si era trasferito. Calder manovrava le sue creaturine accovacciato per terra, le spingeva e le muoveva, ne mimava le mosse, ne commentava e giustificava gli errori, le richiamava all’ordine con il fischietto. A vedere lo spettacolo venivano Hans Arp e Robert Delaunay, Piet Mondrian e, a volte, Joan Mirò.

Al ritorno dell’artista in America il Calder's Circus fu acquisito dal Whitney Museum e, finché l’autore fu in vita, il tendone continuò ad aprirsi periodicamente e a incantare il suo pubblico, quello che l’animo di bambino non aveva mai saputo abbandonare.





lunedì 21 maggio 2012

Premio Andersen 2012: gli appuntamenti


L'uffico stampa del Premio Andersen ci comunica il calendario completo delle giornate di premiazione 2012 che ben volentieri pubblichiamo.

La festa

mercoledì 23 maggio | ore 17.30 | Libreria L'albero delle lettere | Via Canneto il Lungo 38r
Qui comincia la lettura... In occasione della "Festa nazionale del libro" indetta dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni Culturali e dell'iniziativa "Amo chi legge" promossa quest'anno dall'AIE-Associazione Italiana Editori, i volontari della lettura Mileggiamè della Biblioteca De Amicis e Dario Apicella daranno voce a libri e autori vincitori del Premio Andersen 2012. Una jam session di parole e immagini per incantare adulti e bambini. Con una sorpresa e un regalo per tutti i piccoli partecipanti.

La lettura scenica

venerdì 25 maggio | ore 10 | Auditorium di Palazzo Rosso | Via Garibaldi 18
Dentro gli spari - una storia di mafia
Lettura scenica di e con Giorgio Scaramuzzino, liberamente tratta dal romanzo "Io dentro gli spari" di Silvana Gandolfi (premio Andersen 2011 e prix Sorcieres 2012), un messaggio di riscatto e una presa di coscienza anche per ricordare l'impegno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel ventennale delle stragi. L'incontro è gratuito e riservato alle scuole elementari e medie che si sono prenotate. In collaborazione con Fondazione Teatro dell'Archivolto e Comune di Genova-Musei di Strada Nuova.

Il convegno

venerdì 25 maggio | ore 15 | Museo Luzzati a Porta Siberia
Officine narrative - due strumenti per potenziare la narrazione

Giovanna Cerruti Schiaffino, Tappeto narrante

Un momento di incontro rivolto a educatori, operatori della lettura e insegnanti per ragionare sulle diverse forme del narrare e sui saperi utili per implementare l'esperienza narrativa fin dalla prima infanzia: dalla sapienza artigiana del tappeto narrante alle nuove tecnologie di "i-Theatre", i cui prototipi saranno esposti in anteprima nazionale al Museo Luzzati.

Paolo Tamborrini e Fabrizio Valpreda, I-Theatre

Interventi: Renza Cerri e Pino Boero (Università di Genova), Riccardo Damasio (Comune di Genova), Federico Albiero (resp. Ricerca e sviluppo Tecnologie per la didattica di EduTech), Paolo Tamborrini e Fabrizio Valpreda (designer e ricercatori Politecnico di Torino), Giovanna Cerruti Schiaffino (insegnante montessoriana e promotrice della lettura).

Il concorso

sabato 26 maggio | ore 10 | Museo Luzzati a Porta Siberia
Sognalibro - sesta edizione
In arrivo a Genova i 50 ragazzi vincitori del concorso nazionale Sognalibro, indetto nelle scuole elementari e medie italiane sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura del Ministero Beni Culturali e la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova.

L'incontro

sabato 26 maggio | ore 11 | Museo Luzzati a Porta Siberia
Stian Hole con Andrea Valente
L'autore norvegese del libro "L'estate di Garmann" (premio Andersen 2012 per il miglior libro 6/9 anni) in compagnia di Andrea Valente (premio Andersen 2011 al miglior autore completo) incontra il pubblico per raccontare i segreti del suo lavoro, le sue fonti di ispirazione e le particolari tecniche delle sue illustrazioni. Un'occasione per conoscere due straordinari interpreti della cultura per l'infanzia, in un incontro che unisceprofondità e leggerezza, riflessione e ironia. In collaborazione con Norla-Norwegian Literature Abroad e Donzelli editore.

La premiazione

sabato 26 maggio | ore 14.30 | Museo Luzzati a Porta Siberia
Premio Andersen - i migliori libri dell'anno per ragazzi 
Un pomeriggio di festa e d'incontro, di dibattito e di confronto in un'atmosfera di allegria ed emozione per rendere omaggio alle collane, ai libri, agli autori, agli illustratori, agli editori e ai progetti editoriali più originali dell'anno. Verranno assegnati anche gli annuali riconoscimenti per la promozione della lettura a enti, associazioni e operatori culturali. Al termine della giornata verrà decretato anche il vincitore del superpremio, il libro dell'anno, votato da una giuria ampia di operatori e lettori.

Gli autori in città 

Saranno ospiti a Genova in questi giorni di festa intorno ai libri e alla lettura alcuni degli autori più amati da bambini e ragazzi: Chiara Carminati (miglior autrice dell'anno), Maurizio Quarello (miglior illustratore dell'anno), Gek Tessaro (miglior albo illustrato per "Il cuore di Chisciotte", Carthusia), Fabrizio Silei (miglior libro 9/12 anni per "Il bambino di vetro", Einaudi Ragazzi), Antonio Ferrara (miglior libro oltre i 15 anni per "Ero cattivo", ed. San Paolo), Francesca Pardi (miglior libro 0/6 anni per "Piccolo uovo", Lo Stampatello ed.), Pia Valentinis e Mauro Evangelista (miglior libro di divulgazione per "Raccontare gli alberi", Rizzoli), Luisella Arzani (miglior progetto editoriale per "LeMilleunaMappa", EDT-Giralangolo), il norvegese Stian Hole (miglior libro 6/9 anni per "L'estate di Garmann", Donzelli), Roberto Denti e Gianna Vitali (fondatori della storica Libreria dei Ragazzi di Milano che quest'anno festeggia il suo quarantesimo anniversario), Giorgio Scaramuzzino (Teatro dell'Archivolto), l'autore vincitore della scorsa edizione Andrea Valente. E tanti protagonisti dell'editoria e della cultura italiana attenta all'infanzia: Francesca Archinto di Babalibri, Marzia e Maurizio Corraini, Bianca Lazzaro e Carmine Donzelli, Alice Fornasetti al timone della storica collana "Il battello a vapore" di Piemme, Enzo Catarsi dell'Università di Firenze, la "signora dei mestieri di carta" Maria Paola De Benedetti, Lorenza Pozzi della giovane casa editrice Uovonero, la scuola primaria "Anna Frank" di Genova, Stefania Chiavero del Sistema Bibliotecario Cuneese e del festival "Scrittorincittà" di Cuneo.

Il gemellaggio 

Quest'anno il premio sarà anche l'occasione per un'ideale gemellaggio, all'insegna della cultura per l'infanzia e della creatività italiana applicata all'editoria, tra il Porto Antico di Genova, teatro della manifestazione e quello giapponese di Yokohama, dove negli stessi giorni alla Zou-no-hana Terrace sarà allestita la grande mostra "Viaggio in Italia, cultura, storia e paesaggi italiani nei libri per l'infanzia", progettata da Andersen per l'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo.

I partner 

La trentunesima edizione del Premio Andersen - il mondo dell'infanzia è organizzata dalla rivista Andersen con il Museo Luzzati a Porta Siberia e lo studio Arteprima, con il patrocinio di Comune di Genova, Provincia di Genova, Regione Liguria, MIUR-Ufficio scolastico regionale per la Liguria, Facoltà di Scienze della Formazione e Dipartimento DISFOR dell'Università di Genova, con la collaborazione dell'assessorato alla Cultura e la Direzione Politiche Educative del Comune di Genova, il Laboratorio Migrazioni, il Centro Sistema Bibliotecario della Provincia di Genova, la sezione ligure di Nati per leggere, l'Associazione Prospettiva Ranocchio, la Libreria L'albero delle lettere, Norla-Norwegian Literature Abroad, Genova Musei - Musei di Strada Nuova, Fondazione Teatro dell'Archivolto, SECH-Terminal Contenitori Porto di Genova, Porto Antico Spa, Acquario di Genova e Costa Edutainment e il prezioso supporto di NH Hotel Marina, Holiday Inn Genoa City e Associazione Palatifini.


Per informazioni: www.premioandersen.it
Andersen 010 2510829
Museo Luzzati 010 2530328

Janet la storta

Proprio mentre stavamo pubblicando i risultati del Premio Andersen 2012 il postino ci ha consegnato due novità edite da Orecchio Acerbo. Uno dei libri è un bel racconto di Robert Louis Stevenson centrato, come spesso capita a quel grande, sull’ambiguità tra bene e male: Janet, la storta. Autore dei disegni del libro, che continua la collana Lampi light, Maurizio Quarello che, guarda caso, è anche l’illustratore vincitore del Premio Andersen di quest’anno.


Premio meritatissimo, vien fatto di dire, perché Quarello, bravo sempre, nell’ultimo anno ha infilato, una dietro l’altra, delle vere e proprie perle editoriali, dall’Autobus di Rosa, a Effetti collaterali, al Grande cavallo blu, tutti editi, in Italia, dal solito Orecchio Acerbo, che aggiunge, alla grande qualità che sempre lo distingue, anche questa medaglietta.

Il racconto di Stevenson ci dà conto dell’avventura del reverendo Soulis che si rifugia negli universi della ragione e rifiuta di credere che quella creatura storpia e storta, Janet appunto, sia una strega posseduta dal maligno, come tutti credono di sapere. Il parroco dovrà purtroppo ricredersi alla fine del racconto quando vedrà con i suoi occhi che il demonio, dentro di lei, esiste davvero.


Un racconto inquietante, questo di Stevenson, che Quarello affronta con disegni di taglio quasi cinematografico. Atmosfere cupe, fantasie in bianco e nero, prospettive inconsuete, tratti caricaturali di sapore acido. L’uomo 'nero' che ha posseduto Janet porta una maschera da commedia dell’arte e ha zampe di gallina, ma è paurosamente appollaiato sulla lapide di una tomba e agita il corpo di Janet come fosse una marionetta. In cima ad una scala buia un corpo impiccato si muove indistinto nel buio; Janet non ha più volto, ma solo tenebra.


Il male esiste, dicevamo, e Stevenson non ce lo vuole nascondere. Si annida nel buio e può abitare la parte oscura dell’uomo. “… il confronto con il male – scrive Goffredo Fofi nella postfazione al volume - è ancora una necessità, un modo di crescere e di sapere – di sapere i nostri limiti e i limiti del mondo, i limiti della conoscenza. Stevenson sapeva bene che la parte nera è altrettanto reale della parte bianca…

giovedì 17 maggio 2012

Una Biennale per Pinocchio

Emanuele Luzzati
Domenica 20 maggio sarà inaugurata l’anteprima di Pinocchio. Biennale 2012 allestita negli spazi del Porto Antico di Genova, ai Magazzini del Cotone, che presenterà le tavole sul burattino eseguite da Emanuele Luzzati, da quelle per il libro edito da Nuages (1996), ai bozzetti, alle acqueforti, per concludere con i teatrini e gli elementi scenici dello spettacolo prodotto dal Teatro della Tosse (1995). Saranno esposte anche 27 illustrazioni de Lo zoo di Pinocchio di Filippo Sassòli  e una selezione di opere, tratte dalle rispettive edizioni di Pinocchio, di Roberto Innocenti, Andrea Rauch e Guido Scarabottolo.

Emanuele Luzzati

Guido Scarabottolo

Guido Scarabottolo

Andrea Rauch

Andrea Rauch

Roberto Innocenti

Roberto Innocenti

Pezzo forte della mostra saranno comunque 57 opere del grande artista pop americano Jim Dine, che ha dedicato a Pinocchio un impegno così straordinario, per quantità e qualità, da rasentare l'ossessione (tra l'altro una gigantesca scultura, alta più di sei metri, per la città svedese di Boras, 2008).

Jim Dine

Jim Dine

Jim Dine

Questa sorta di evento in progress, nato da un’idea di Flavio Costantini (che presenterà per la prima volta le sue 12 tavole su Pinocchio), continuerà il 6 giugno al Museo Luzzati, sempre nell'area del Porto antico di Genova. L’esposizione, nelle sale della cinquecentesca Porta Siberia, accoglierà, alcune tavole di Jacovitti per il libro stampato da La Scuola Editrice (1945), 20 serigrafie di Ugo Nespolo, 12 grafiche originali di Mimmo Paladino, il Pinocchio cattivo di Stefano Grondona, i figurini dello scenografo e costumista Guido Fiorato, 21 tavole originali eseguite da Roland Topor per la strenna Olivetti (1972) e alcune tavole di Lorenzo Mattotti.

Le due mostre genovesi saranno visibili, insieme a molte altre iniziative di cui daremo prossimamente il programma completo, fino al 13 gennaio 2013.

Non è ancora finita perché Pinocchio. Biennale 2012 il giorno seguente, 7 giugno, avrà un seguito fiorentino con una mostra allestita dalla libreria galleria Babele, che presenterà, fino al 23 settembre opere di Beatrice Bartolozzi, Maurizio Bentivegna, Antonio Bobò, Campi e Voghera, Francesca Carbonini Nini, Conc, Riccardo Dalisi, Fabio De Poli, Michele Fabbricatore, Gianni Fanello, Sophie Fatus, Paolo Favi, Paolo Guidotti, Roberto Innocenti, Emanuele Luzzati, Cecco Mariniello, Arianna Papini, Lorenzo Perrone, Antonio Petti, Elisa Possenti, Chiara Rapaccini, Andrea Rauch, Guido Scarabottolo, Gianluigi Toccafondo, Sergio Traquandi, Adel Torok, Franco Zabagli. A cura di Laura Accordi.

Sergio Traquandi

Dal 13 al 23 settembre Babele presenterà inoltre il Totocchio di Riccardo Dalisi.

Riccardo Dalisi

Delle singole mostre della Biennale di Pinocchio avremo sicuramente modo di riparlare.

mercoledì 16 maggio 2012

Una galleria per Maurice Sendak

Maurice Sendak

Maurice Sendak è stato non solo quel meraviglioso artista che tutti noi abbiamo ammirato, ma anche uno dei più formidabili innovatori nell'arte grafica del novecento. Non è certo azzardato affermare che senza di lui i picture books della seconda metà del secolo scorso sarebbero stati differenti, molto differenti, completamente differenti. Non c'è quindi illustratore al mondo che non gli debba qualcosa e che, in cuor suo, non gli renda omaggio; quindi non stupisce che, in questi giorni, in molti giornali o riviste on line fioriscano gallerie con tributi che, illustratori famosi o meno famosi, dedicano al maestro scomparso. Nel New York Times sono già intervenuti, ad esempio, Art Spiegelman, Tomi Ungerer, Gary Texali.

Pure se incommensurabilmente meno prestigioso del New York Times  anche il nostro blog vorrebbe rendere omaggio pubblico al maestro e quindi invitiamo gli illustratori, gli studenti, gli appassionati, i lettori (tutti insomma) a inviarci un proprio pensiero grafico che pubblicheremo, aggiornandola continuamente, in una nostra galleria che inizia da questo momento con due interventi della 'casa', potremmo dire, dovuti ad Andrea Rauch, redattore del blog e Simone Frasca, autore per noi di Doccino tante storie da cui è tratto il disegno che pubblichiamo..

I contributi dovrebbero essere jpg, 72 dpi, base 20 cm
Grazie a chi vorrà essere con noi nel ricordare il grande Maurice. 
Inviare a info@principieprincipi.com



Marco Paci


Arianna Papini 

Michele Petrucci



Fred Blunt
Le cose selvagge hanno avuto un enorme impatto su di me bambino, 
e hanno lasciato un'impressione durevole.




 Andrea Rauch
Sempre, per le nostre scale, scendono o salgono delle cose selvagge...



Simone Frasca
Importante è, prima o poi, far vela verso casa.



martedì 15 maggio 2012

Vaghe Isole

La mostra Vaghe Isole: viaggio nel mondo illustrato di Roberto Innocenti che la Galleria romana Tricromia presenta da venerdi 18 maggio (inaugurazione ore 18,30 alla presenza dell'artista) fino al 10 giugno, prende spunto dalla recente pubblicazione de l'Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, di cui verranno esposte tutte le tavole originali.

L'Isola del Tesoro, disegno di Roberto Innocenti

(dal comunicato stampa) Nel panorama internazionale dell'editoria illustrata per ragazzi, Innocenti è senza dubbio una delle personalità più rilevanti; le sue tavole dalla precisione minuziosa hanno dato vita ad alcune tra le più belle pagine della letteratura di tutti i tempi.
Roberto Innocenti ama a tal punto raccontare che nel disegnare chiede anche ad altre arti quegli strumenti che meglio gli permettono di farci vedere tutto lucidamente, anche oltre all’immaginabile. Ed allora ecco che prende in prestito la cinepresa di un grande regista o gli obiettivi del fotografo più esperto. Non pago di questa operazione di continua messa a fuoco e di questo potenziamento della visione che potrebbe essere solo tecnica, percorre continuamente altre piccole avventure oltre quelle che il testo suggerisce e ragiona su stati d’animo di bambini in guerra, sulla poeticità di nomi come Rosa Bianca (in origine nome di un gruppo di resistenti durante la seconda guerra mondiale e poi nome della bambina che attraversa l’olocausto), descrive i mattoni toscani per raccontare Pinocchio e poi i mattoni londinesi per raccontare Dickens (Un canto di Natale), si sbizzarrisce con la magia di Hoffmann (Lo schiaccianoci), e fissando la ‘cinepresa’ sulla medesima inquadratura crea il suo libro più ‘anticinematografico’ La casa nel tempo, meravigliosamente dedicato al trascorrere del tempo sulle cose e al mutare della vita materiale e non solo.

Innocenti ha ottenuto nel 2008 il prestigioso "Premio Hans Christian Andersen" come migliore illustratore; il riconoscimento acquisisce particolare significato se si considera che nel corso delle numerose edizioni, egli è stato l'unico italiano ad ottenerlo.

L'Isola del Tesoro, disegno di Roberto Innocenti

L'Isola del Tesoro, disegno di Roberto Innocenti

Tricromia
Illustrator's International ArtGallery
Via di Panico 35, Roma
tel. 06 6896970