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H. C. Andersen, Il brutto Anatroccolo, Quaranta novelle, Hoepli, 1952 |
Vittorio Accornero de Testa nacque nel 1896 a Casale Monferrato e svolse un’attività intensa di pittore e illustratore. Fu inoltre scenografo e costumista. Nel 1981 avemmo la fortuna di conoscerlo, lui già molto anziano, in occasione della grande mostra Pinocchio e la sua immagine, che inaugurò, a Firenze, le celebrazioni per il centenario della scrittura del capolavoro di Collodi. Vittorio Accornero sarebbe morto di lì a poco, nel 1982.
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Grimm, Il drago sette teste, Nuove novelle, Hoepli, 1950 |
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Grimm, Il forte Giovanni, Nuove novelle, Hoepli, 1950
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La sua formazione di scenografo non è un elemento soltanto biografico. In tutta la sua opera di illustratore (disegnò per
Hoepli, per quei grandi libri in tela azzurra che ancora si trovano nella grande libreria milanese, tra l’altro, le favole di
Perrault, di
Andersen, dei
Fratelli Grimm, oltre al già citato
Pinocchio, per l’editore
Mursia, 1964, che resta forse il suo capolavoro), la dimensione scenografica è l’aspetto più rilevante, negli esterni e negli interni.
Sia gli uni che gli altri sono ampi, ariosi, caratterizzati da vaste prospettive. Se gli esterni vedono i personaggi muoversi sullo sfondo di lontane catene di monti, di filari di alberi, di colline ora dolci ora improvisamente appuntite, sul cucuzzolo delle quali sta spesso appollaiato il ‘paesello’ di rigore, gli interni mostrano con evidenza l’abitudine a ricreare nello spazio, apparentemente ristretto ma talvolta anche sovrabbondante del palcoscenico, le situazioni più diverse.
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Grimm, La guardiana d'oche della fonte, Nuove novelle, Hoepli, 1950 |
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Grimm, Lo spirito nella bottiglia, Nuove novelle, Hoepli, 1950 |
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Grimm, Selvaggetta, Nuove novelle, Hoepli, 1950 |
Accornero mette al servizio di questa sensibilità scenografica un’acquarellatura lieve ed elegante, a cui va gran parte del merito del fascino che le sue tavole lasciano in chi le osserva. In particolare negli esterni diurni gli oggetti (case, tetti, campanili, cupoli, comignoli, banderuole, alberi) si stagliano netti in un’aria limpidissima; e altrettanto maestro
Accornero è nei notturni, crepuscolari o illuminati da una luce lunare che mette ancor più in risalto i particolari.
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Grimm, La lattuga asinina, Nuove novelle, Hoepli, 1950 |
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Collodi, Le avventure di Pinocchio, Mursia, 1964 |
Meno felice è talvolta la caratterizzazione dei personaggi, e anche questo è coerente con l’attività di scenografo e costumista svolta dall’artista. I protagonisti delle storie si muovono tutti, infatti, come in uno scenario ripreso in campo lungo: difficilmente occupano lo spazio in modo invadente e si limitano, per lo più, a disporsi, disciplinati, sulla propria porzione di palcoscenico.
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Collodi, Le avventure di Pinocchio, Mursia, 1964 |
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Collodi, Le avventure di Pinocchio, Mursia, 1964 |
Naturalmente ci sono le eccezioni ed ecco allora
Pinocchio che dialoga, in primo piano, anche se di spalle, con
Gatto e
Volpe, oppure che ascolta le proposte indecenti delle faine: ma sempre, anche in queste tavole che portano in primo piano i personaggi, l’interesse dell’artista è sopratutto rivolto alla scena e ai costumi della rappresentazione.
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Collodi, Le avventure di Pinocchio, Mursia, 1964 |
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Collodi, Le avventure di Pinocchio, Mursia, 1964 |
meraviglioso
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