lunedì 5 settembre 2011

Disegnare le fiabe

 
La collana di fiabe pubblicata all’inizio degli anni ottanta da Grasset in Francia e Creative Editions negli Stati Uniti, all’apparenza è una raccolta di storie classiche, tra le più famose, da Perrault e Grimm, ad Andersen, con sconfinamenti frequenti e succosi nei repertori tradizionali di ogni paese. Ma non è questo che caratterizza la serie di volumetti (mai tradotti in Italia!). Etienne Delessert e Rita Marshall, direttore-ispiratore e art director della serie, si rivolsero, allora, al meglio del disegno, della grafica, della fotografia, nel mondo. Una collezione che è quindi da una parte una crestomazia del progetto visivo, e dall’altra una raccolta esemplare dei tanti modi con cui si può intendere illustrare una fiaba.

André François e Seymour Chwast

Etienne Delessert
Basta soltanto l’accenno ad alcuni titoli e autori per rendere chiaro quanto andiamo dicendo: Heinz Edelmann disegna Il Principe Ring, fiaba islandese, Georges Lemoine, Il soldatino di piombo di Hans Christian Andersen, André François, Il fagiolo magico, dei Fratelli Grimm, Etienne Delessert stesso la Bella e la Bestia, di Madame D’Aulnoy, Seymour Chwast La donna foglia, racconto tradizionale norvegese. E poi i già altre volte ricordati Sarah Moon, che fotografa le angosce del Cappuccetto rosso di Perrault e Roberto Innocenti che si prova con Cenerentola, sempre di Perrault.

Libri che soltanto le logiche che abbiamo raccontato, e la qualità del progetto grafico, si preoccupano di tenere insieme tanto sono diverse le mani dei singoli artisti. E se Seymour Chwast disegna la sua Donna foglia in modo dichiaratamente naïf, Roberto Innocenti trasporta Cenerentola in un’Inghilterra fin de siecle, nei pressi di Buckingham Palace, con schierata tutta la corte, da Enrico VIII in poi. Ivan Chermayeff, grande designer americano, compone per Le tre lingue dei Fratelli Grimm una serie di collages d’ispirazione e riferimento certo matissiani, Etienne Delessert stesso, per La Bella e la Bestia, rivisita la grande arte fiamminga e fiorentina del Rinascimento. E poi c’è chi si preoccupa di disegnare per la sua fiaba uno story board quasi cinematografico (Heinz Edelmann) e chi, con penna e matita, illustra il libro (Biancaneve e Rosarossa, Roland Topor) con disegni al tempo stesso ingenui e colti, immediati e misteriosamente inquietanti.

Roberto Innocenti e Sarah Moon

Illustrazione di Ivan Chermayeff per Le tre lingue, dei Fratelli Grimm

Un ventaglio di possibilità e prove di stile che ci dispiace siano state interrotte. In Italia si era provato Bruno Munari a mettere insieme un progetto simile (Tantibambini Einaudi che coinvolgeva, anch’essa, grafici, illustratori, designers, fotografi), ma in maniera più disinvoltamente casalinga, meno determinata e raffinata. A nostra memoria l’unico dei titoli della collana pubblicato in Italia è stato la Cenerentola di Roberto Innocenti ma con un progetto editoriale successivo, ingrandito e reso forse più spettacolare ma certo meno affascinante del libretto originale.


Heinz Edelmann e Ivan Chermayeff

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