lunedì 23 aprile 2012

Fiabla-bla


Una volta la chiamavamo 'la sindrome de L’Espresso-Panorama' ed era l’atteggiamento per cui, se uno dei due settimanali recensiva un libro o un film particolari, l’altro, quello arrivato in ritardo, se ne asteneva rigorosamente, quasi che quel libro o quel film avessero perso ogni interesse per i suoi lettori.
Era un atteggiamento stupidamente infantile ma c’è venuto in mente questa mattina aprendo il blog di Anna Castagnoli, Le figure dei libri, che riporta una pagina dedicata al libro di Fausta Orecchio e Oliver Douzou, Fiabla-bla.
Avevamo programmato per domani un intervento su quel libro, che Orecchio Acerbo aveva presentato alla recente Fiera di Bologna e, confessiamo, ci ha bruciato un po’ essere battuti sul tempo. Comunque, visto che non siamo affetti dalla sindrome di cui si diceva, lo mandiamo in rete, aggiungendo, per buon peso, il link al blog di Anna, che val sempre la pena leggere.


Tra forme e parole


Fiabla-bla risente inevitabilmente del mestiere dei due autori, Fausta Orecchio e Oliver Douzou, entrambi editor, grafici e art director e risente, ci par di capire, di una loro, non sappiamo quanto inconfessata, passione per i libri, per le storie e per il gioco.

Gli autori si dichiarano subito: Fausta ha individuato otto frasi, settantasette parole in tutto, tratte da otto famose fiabe e Oliver ha individuato dodici ‘forme smarrite sotto il suo materasso’.

Quante cose si possono fare con settantasette parole e dodici forme, quante storie ricostruire o reinventare? Molte, moltissime, infinite, combinando e shakerando le parole e restituendole in forme nuove e eccentriche rispetto alla norma.


Col passare del tempo un anatroccolo si trasformò in cigno può diventare  
Col passare del tempo un cigno si trasformò in anatroccolo ma qui siamo ancora nel caso più semplice perché ancora all’interno della stessa fiaba.
Ma se ne aggiungiamo un’altra, di fiabe, o più d’una, mescolando le parole si ottengono frasi che hanno ancora un senso, che sono ancora riferite alle fiabe originarie, ma che sembrano dettate da un narratore in preda a fumi acidi.




La nonna si mangiò il soldato mentre affondava e con un baciò liberò il lupo.
La bambina senza una gamba mise in salvo il re.
Un giovane pisello si travestì da ballerina.


E le forme possono essere assemblate tra loro seguendo l’estro e le suggestioni delle parole, o possono incastrarsi in percorsi dal senso distorto o equivoco.

Un re liberò un pesce e un pescatore diventò sua moglie.



È un raffinato gioco combinatorio e riesce a creare pagine di folle bellezza. Ma la ‘combinatoria’ è affare da grafici e non stupisce quindi che Fausta e Oliver la controllino con tanta divertita sapienza, passando disinvoltamente dagli incipit di Italo Calvino alle costruzioni tipografiche di El Lissitskij, dalla scienza eterologica di Berlinghiero Buonarroti agli slittamenti di senso di Raymond Queneau o Bruno Munari.



La bellezza è, naturalmente, sempre negli occhi di chi la vede e queste pagine ci sembrano bellissime e le storie che ci raccontano comunque affascinanti. Ci verrebbe voglia di continuare quelle narrazioni e sapere dove ci porta, ad esempio, Un pescatore cercava un pesce nascosto sotto un materasso. Quasi certamente accanto al pesce ci sarà, sotto quel materasso, una nonna che sta mangiando un lupo e tutti, pescatore, pesce e nonna si faranno una zuppa di piselli insieme alla sirenetta…

Ma questo è un gioco che potrete giocare da soli, con le parole e le forme che gli autori allegano in calce al loro libro e che serviranno, c’è bisogno di dirlo?, a inventarsi e raccontare nuove storie ancora più fantastiche, ancora più folli.


Fausta Orecchio, Oliver Douzou, Fiabla-bla, Orecchio Acerbo, euro 15,00

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