martedì 17 aprile 2012

Carmelo Bene, ovvero il Pinocchio della Provvidenza


Spettacolo di culto, se mai ve ne fu uno, il Pinocchio di Carmelo Bene andò in scena il 1 dicembre 1981 al Teatro Verdi di Pisa, nel quadro delle manifestazioni per il Centenario della scrittura del capolavoro di Collodi. Sottile e inquietante, lo spettacolo è tutto sospeso tra la voce di Bene, straordinariamente duttile, capace di ogni inflessione e sfumatura, e le luci e il buio che corrono tra maschere, burattini, oggetti di scena ingombrantemente magici. Uno spettacolo che, qualche anno dopo, nel 1999, fu fortunatamente ripreso dalla Rai (anche se in una versione, diciamo così, televisiva) e che ci restituisce il fascino ambiguo di quello che Bene definiva 'Teatro della Provvidenza'.



Pinocchio
o lo spettacolo della Provvidenza
Carmelo Bene

La Fatina
Si conceda all'artista di alloggiare nei collegi dell'infanzia femminile 
e lo si obblighi a frequentare solo bimbe di nove anni. In nome dell'arte.

Il Grillo Parlante
Non si può che liberare il teatro dal pensiero e restituirlo all'insensato Disegno della Provvidenza. Alla sua criminale incoscienza io m'inginocchio come il più devoto
dei burattini, non riconoscendo in Lei altro che l'inesistenza di quel Dio
che se fosse altrimenti vivo o morto, troverebbe in me invece che il più devoto,
il più inesorabile crocifissore.

Mangiafoco
Non è più il mondo della trama, ma la trama dei mondi che scivolano e precipitano 
l'un dentro l'altro sospinti da vuoti musicali o effetti di luce.

Gran Teatro dei Burattini
Nel mio teatro a sipario chiuso l'immagine subisce nella Favola più che mai 
un esemplare oltraggio. Di quella miseria che si ostina ad emergere e a occupare 
abusivamente un luogo che non le spetta, io faccio scempio a modo mio, 
inabissandola in vuoti di luce e di silenzi.

Gatto e Volpe
Se il gioco preferito dalla Provvidenza è quello di tessere trappole e inganni, 
quello di Pinocchio è di lasciarsi volentieri ogni volta ingannare e intrappolare.

Il carro dell'Omino di Burro
Lucignolo sopravvive, almeno come teppista. È lui che si meraviglia, in Pinocchio, 
del proprio passato che torna, e Pinocchio che si meraviglia in Lucignolo 
del proprio avvenire. L'uno è il piano d'ascolto dell'altro.

Foto e testi tratti da Pinocchio, di Carmelo Bene
testi di Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, fotografie di Cristina Ghergo,  
La casa Usher, 1982.

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