Alexander Calder's Circus, 1926-1929 |
Che l’artista abbia un accesso privilegiato al mondo dell’infanzia è quasi luogo comune. Resta sempre un po’ bambino, riesce a mantenere la freschezza della sua emotività e non abbandonarla, coniuga con i sogni della sua prima età, con lo stupore e l’entusiasmo del gioco, i suoi sentimenti razionali di uomo adulto.
Alexander Calder, 1971 |
Alexander Calder's Circus, 1970 |
Alexander Calder's Circus, 1970 |
Alexander Calder, Sandy per i molti amici, aveva sempre amato il mondo del circo, fin da quando, come illustratore, e si era nel 1925, aveva disegnato, per la rivista National Police Gazette, alcune scene del Barnum & Bailey.
“Trascorsi nel circo due settimane, giorno e notte. Capivo già dalla musica quale numero stava per cominciare e mi spostavo per cercare un punto d’osservazione strategico. Alcuni numeri si vedevano meglio dall’alto, altri dal basso. (…) Ho sempre amato il circo … Così decisi di crearne uno, solo per divertirmi”.
Alexander Calder's Circus, 1926-1929 |
Alexander Calder's Circus, 1926-1929 |
Calder cominciò con l’allestire il tendone, in miniatura naturalmente, e poi, via via, tutti gli attori dello spettacolo.
“Il mio primo acrobata fu un saltatore, che aveva le gambe di filo d’acciaio, mani di piombo, corpo vestito di velour giallo, e una testa fatta di un pezzo di turacciolo, coi capelli dipinti a guazzo.”
Poi, sempre con fil di ferro, pezzetti di stoffa sporcata di colore, tappi di sughero ecc, ci saranno l’elefante e il clown, l’uomo più forte del mondo, il leone in gabbia e il domatore, i trapezisti, la danzatrice del ventre, il lanciatore di coltelli, il mangiatore di spade, i giocolieri…
Alexander Calder's Circus, 1926-1929 |
Il Calder's Circus fu completato in quattro anni e in breve diventò un appuntamento importante nella Parigi della fine degli anni Venti, dove l’artista si era trasferito. Calder manovrava le sue creaturine accovacciato per terra, le spingeva e le muoveva, ne mimava le mosse, ne commentava e giustificava gli errori, le richiamava all’ordine con il fischietto. A vedere lo spettacolo venivano Hans Arp e Robert Delaunay, Piet Mondrian e, a volte, Joan Mirò.
Al ritorno dell’artista in America il Calder's Circus fu acquisito dal Whitney Museum e, finché l’autore fu in vita, il tendone continuò ad aprirsi periodicamente e a incantare il suo pubblico, quello che l’animo di bambino non aveva mai saputo abbandonare.
Bambino giocoso, si, ma sempre presente alla storia, dalla sua Mercury Fountain che fà da specchio a Guernica nella resistenza al fascismo a Parigi nel "37 fino al rifiuto al presidente Gerald Ford della Medal of Freedom in nome della pace.
RispondiEliminaSopratutto però sempre grande artista e bambino giocoso...
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