Ars in fabula, dal blog di Topipittori |
Così, avevamo appena finito di leggere e guardare il post di Giovanna Zoboli nel blog di Topipittori dedicato, con un sontuoso apparato fotografico, al seminario laboratorio tenuto con Luigi Raffaelli ad Ars in fabula di Macerata, che ci è giunto in redazione La rosa, un racconto di Ljudmila Petrusevskaja illustrato da Claudia Palmarucci, fresco di stampa da Orecchio acerbo, risultato concreto di uno dei seminari tenuti precedentemente, nella stessa sede, da Fausta Orecchio e Simone Tonucci. In tutta evidenza non era difficile fare due più due e mettere in evidenza come, in questo caso, l’attività didattica si leghi in modo indissolubile alla pratica del fare.
Perché, anche sfogliando poi il web site di Ars in fabula e limitandosi solo alle iniziative del 2011, si vede subito come l’attenzione istituzionale e il ‘progetto’ complessivo siano in qualche modo ‘strabici’ e guardino contemporaneamente al presente (l’iniziativa o il seminario particolare) e al futuro (i risultati pratici e, in questo caso editoriali, dei seminari stessi).
In questo 'strabismo' sta forse la peculiarità e il successo crescente di Ars in fabula poiché offre ai discenti ghiotte opportunità di approfondimento e riflessione con alcuni dei più affermati professionisti della scrittura, dell’illustrazione, dell’editoria, dell’organizzazione culturale, e queste opportunità le mette poi in pratica con progetti concreti e continui. Ars in fabula, detto in soldoni, produce libri e, collegandosi con l’editoria di qualità, apre sovente il mercato ai talenti prossimi venturi.
Resta però, e ovviamente, da spendere qualche parola per La Rosa, racconto bellissimo di Ljudmila Petrusevskaja, illustrato da Claudia Palmarucci al suo esordio editoriale.
Il racconto è surreale e amaro. L’uomo che profuma di rosa, e quindi impregna del suo odore, alla lunga parecchio fastidioso, tutto quello che lo circonda (dalla minestra di cavoli alla zuppa di funghi), viene alla fine studiato dall’Accademia e coltivato come una rosa, annaffiato e concimato di letame. Cambia di colore (come una rosa) e alla fine perde il suo profumo. Giustizia è fatta! L’uomo ha perso la sua individualità ed è piombato nella normalità più mediocre.
Di Ljudmila Petrusevskaja c’è da evidenziare la vena satirica e favolistica, di stampo amaramente surreale, che la pone nel solco di una grande tradizione narrativa russa che corre da Gogol a Bulgakov.
Disegni di Claudia Palmarucci
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