lunedì 22 ottobre 2012

Illustrazione d'antan. 8. Ivan Bilibin


Concerti sinfonici russi, copertina per programma, 1905

Ivan Bilibin nasce nel 1876 a Tarkhovka e la sua prima formazione artistica avviene nella vicina Pietroburgo dove, negli ultimi anni del secolo, incontra Leon Bakst, collabora con la rivista Il mondo dell’arte e cerca, insieme ai sodali della rivista, di recuperare lo spirito più profondo, e ancor vivo, della tradizione popolare del suo paese.

Racconti dello Zar Saltan, illustrazione, 1905

In quegli anni Bilibin viaggia molto tra i villaggi della grande Russia e riempie i suoi taccuini di appunti, schizzi, matite e acquarelli. Contemporaneamente a questa ricerca sul campo, che riguarda soprattutto l’architettura e la cultura materiale, Bilibin approfondisce lo studio della decorazione e della tipografia russa, che saranno la base della sua opera artistica matura.

Il gallo d'oro, illustrazione, 1906

Per questi interessi fu conseguenza naturale, quindi, il suo avvicinarsi alla favolistica della tradizione e il suo incontro con Puskin. Naturale, nello spirito dei tempi, il suo tentativo di fondere il retaggio storico, e l'anima popolare, con i più moderni dettami dell’art noveau internazionale.

Vassilissa la bella, illustrazione, 1899
Vassilissa la bella, illustrazione, 1899

Ivan Bilibin si allontana dal suo paese dopo la Rivoluzione d’ottobre e non crediamo che alla decisione non abbia contribuito il clima artistico, oltre a quello politico, che si respirava nella nascente Unione Sovietica, più attenta in quegli anni (con Lissitskji, Majakovskji, Rodchenko, Malevic…) alla poetica delle avanguardie, o ai valori sociali e formali dell’arte, e meno a quelli tradizionali, favolistici, magici o religiosi.

Scuola della Società imperiale di incoraggiamento delle Arti, copertina, 1914
Opere di Gabriele D'Annunzio, copertina, 1909
Siberia e deportazione, copertina, 1906
Opere di Alexandr Ertel, copertina, 1909

Elementi, questi ultimi, che costituiranno l’humus necessario e sufficiente di cui l’opera di Bilibin sarà sempre intrisa. Anche durante i suoi lunghi soggiorni all’estero l’artista continuò infatti, nella sua attività di illustratore e scenografo, a raccontare, con la calligrafia raffinata e minuziosa che costituirà sempre la sua cifra stilistica matura, le storie della sua terra, le favole della principessa Vassilissa, dell’Uccello di fuoco e delle molte Baba Jaga che punteggiano il folklore russo.

Leggende della città di Kiev, illustrazione, 1940

Bilibin tornò in patria nel 1936 per assumere la docenza del corso di illustrazione all’Accademia degli artisti di Leningrado. Singolarmente ciò avvenne nel periodo di maggior vigore del 'realismo socialista' staliniano, con cui le favole arabescate di Bilibin, la sua tipografia intrecciata da icona popolare, ben poco avevano a che fare.
Ivan Bilibin muore nel 1942 mentre le truppe tedesche assediano Leningrado.

Leggende della città di Kiev, illustrazione, 1940


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