Rudyard Kipling, Il libro delle bestie (Just so stories), illustrazioni di Daniela Pellegrini,
Prìncipi & Princípi, pagg. 104, euro 15,00. Dall' 8 marzo in libreria.
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Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini |
Un luogo comune ci racconta che
Rudyard Kipling fu il cantore massimo del colonialismo britannico. Nato in India, là vissuto a lungo, intriso di cultura certo non provinciale, forse non avrebbe potuto essere altrimenti. Ognuno è figlio del suo tempo e della sua storia, e
Kipling lo era davvero, anche se una lettura recente della sua adesione alle ragioni del colonialismo ne accredita una visione, per così dire, caritatevole: l’Inghilterra cioè come garanzia dello sviluppo e della crescita delle nazioni e dei popoli ‘selvaggi’, necessitati ad essere guidati e aiutati nel loro percorso. Sarà pure così ma è certo che, se anche nelle sue storie traspare una continua e sincera comprensione delle ragioni degli altri, lo scrittore tende a nascondere dietro una prosa amabile, fascinosa (e a volte astuta) i nodi di sfruttamento e di oppressione, commerciale e sociale, che il colonialismo portava inevitabilmente con sé.
Comunque sia lo scrittore
Kipling è straordinario e complesso, capace di fantasia e poesia; la sua prosa è complicata e allusiva, non tenta mai scorciatoie banali. Ogni sua pagina appare ancor oggi come un esempio di stile.
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Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini |
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Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini |
Da questo punto di vista queste
Just so stories sono significativamente quasi perfette. Racconti che rimandano alla storia della creazione del mondo, ai primi miti ancestrali, e ci raccontano, quasi una
vulgata delle teorie evolutive di
Charles Darwin, come tutto sia in trasformazione costante, come gli animali si adeguino alle condizioni di vita e ambiente modificando e migliorando il loro aspetto e il loro comportamento. Racconti anche scintillanti per arguzia, facilmente divertenti ma intimamente complessi.
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Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini |
Come fu che all’elefante si allungò il naso fino a diventare la proboscide che tutti conosciamo? Com’è che il leopardo ottenne le sue macchie mimetiche? Come la tartaruga e il porcospino si trasformarono in armadillo? Storie tutte che sono il racconto di un'evoluzione e di una sopravvivenza mai facile, ottenuta sempre con la fatica quotidiana.
La traduzione che presentiamo in questo
Libro delle Bestie (abbiamo mantenuto il titolo che il traduttore dette al suo lavoro all’inizio del ventesimo secolo) è quella classica di
Silvio Spaventa Filippi, letterato astuto e colto che fu il primo direttore del
Corriere dei Piccoli. Spaventa Filippi ci è piaciuto perché non riduce mai la lingua di
Kipling a un volgare gergo ‘bambinese’. Le parole sono sempre complesse, a volte raffinate, e quello che se ne ricava è il racconto di un’esperienza di scrittura scintillante.
Anche i disegni di
Daniela Pellegrini corrono nella stessa direzione. Pastelli gessosi, coloratissimi e morbidi, non hanno modelli vincenti da seguire. Daniela osserva le lezioni dei maestri ma poi cerca e trova una sua strada di intervento che sposa semplicità e complessità, adesione e distacco.
Just so stories fu illustrato alle origini dallo stesso
Kipling con incisioni in nitido bianco nero, poi la teoria degli illustratori del testo si allunga fino a toccare grandi artisti storici quali
Ugo Finozzi, o contemporanei quali
Etienne Delessert e
Simona Mulazzani.
Daniela Pellegrini si colloca nel solco di quella tradizione dandoci una versione del libro convincente e significativa.
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Il libro delle bestie, illustrazione di Daniela Pellegrini |