lunedì 27 febbraio 2012

Gli inchiostri di José Muñoz

"Nelle visioni di Muñoz le immagini emergono dall’oscurità: come da un loro arcano buio cominciamento. E non soltanto in questa serie di inchiostri dove il non figurativo è segno e simbolo della meraviglia, il configurarsi di modi quasi da astrattista in uno dei più cospicui autori di fumetti del presente (come dimenticare il detective newyorchese Alack Sinner nella sua tetra, drammatica Tebe di grattacieli?).
I volti umani che si accampano sulla carta sono impastati della stessa materia dei suoi fantasmi. Più che retaggio di una tendenza marcata delle arti contemporanee essi testimoniano, nel loro apparire e minaccioso profilarsi, la loro antica natura di creature positive. Intravvediamo che un tempo esse forse furono alberi o cieli o stelle. Ma talvolta hanno volti umani, di femmine di risentita bruttezza e di maschi che inalberano sorrisi di perfida ebetitudine sui nodi delle loro tronfie cravatte. Cosicché i due registri su cui José Muñoz sembra applicarsi si rivelano non divergenti ma profondamente fraterni."

Fernando Bandini


Dunque, questi Inchiostri di José Muñoz rimandano al caos da cui escono faticosamente gli oggetti e i volti del grande disegnatore. Sembra quasi di seguire le volute di colore e lo svolgersi di un grande bang da cui la creazione deve cominciare, a fatica, a dipanarsi, Ci si allontana e avvicina, al tempo stesso, alla figura, ma questa si liquefà e si diluisce nel colore e nell'acqua, implode ed esplode, torna ad essere caos.
Anche noi, come Fernando Bandini, vediamo in questi disegni la ricomposizione tra arte astratta e fumetto e Alack Sinner lo sentiamo comunque occhieggiare (o è Carlos Gardel?) tra i fumi del colore.



In altro momento, parlando del José Muñoz di Alack Sinner avevamo scritto: "Il bianco e nero di José Muñoz è violento, quasi gestaltico, fonde e avvolge i personaggi che escono dall’ombra o si stagliano contro la luce. Ma suggerisce anche un atteggiamento preciso, giudizi di valore netti, non rifugge e anzi postula l’approfondimento e la chiarezza di esposizione. I tratti di penna che si staccano dalle masse nere segnano reticoli di rughe o ondular di capelli, pieghe di tessuti o efebici profili di donna, precisano i contesti spaziali e narrativi."


Adesso, ricongiungendo l'astratto e il figurativo, i piani si sono andati mescolando e forse nemmeno José è tanto sicuro della "precisione dei contesti spaziali e narrativi", e  anche il "giudizio di valore" tende ad ammorbidirsi e sfumare, insieme ai segni di inchiostro lasciati sulla pagina come avanzi di una coscienza che ha sempre più dubbi e sempre meno certezze.



José Muñoz, Encres, Galleria Nuages, Via del Lauro 10, Milano, dal 1 marzo al 21 aprile 2012. Inaugurazione giovedi 1 marzo, ore 18. Catalogo Nuages.

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