giovedì 7 luglio 2011

Un Festival di libri a Milano?

Abbiamo seguito in questi giorni con interesse il dibattito che è ospitato sulle pagine del Corriere della Sera sull'opportunità di un Festival dei Libri a Milano. Gli interventi seguono naturalmente  la recente elezione di Giuliano Pisapia a nuovo sindaco della città e la conseguente ondata di nuovo e fresco entusiasmo. Ne ha parlato Stefano Mauri (qui) e il suo punto di vista, con l'ottica sulla grande editoria milanese, ha innescato subito la risposta, a stretto giro di posta, di Renata Gorgani, direttore artistico del Festival milanese Quantestorie, costretto a chiudere i battenti, speriamo solo per il 2011, per mancanza di finanziamenti se non di interesse pubblico. Forse è proprio qui, dai 'piccoli' numeri, dai 'piccoli' lettori, che Giuliano Pisapia potrebbe partire e ottenere qualche successo, secondo noi, nell'ottica di quel recupero della base di cultura e socialità che sono stati il succo della sua fortuna elettorale.
Il dibattito comunque è aperto e speriamo che non si chiuda bruscamente precipitando le idee e le proposte nel nulla. Al momento ci sembra importante far rimbalzare la lettera aperta che Renata Gorgani ha pubblicato sul Corriere della Sera



Libri, coltiviamo i nuovi lettori

Si ripresenta a Milano, ogni tanto, l' idea di un festival del libro. Ho diretto un festival del libro a Milano per sei anni. Si chiama Quantestorie. Festival del libro per bambini e ragazzi. È stato un grande successo. Ma si sa, le cose fatte per i ragazzi non contano, o contano meno. Finanziato dalla Provincia di Milano e dalla Regione, oltre che da sponsor privati, ha visto a poco a poco scemare i finanziamenti, fino ad essere costretto alla sospensione nel 2011. Eppure siamo partiti da quella che a mio parere dovrebbe essere l' idea vincente per un festival del libro a Milano. Un festival che si proponga di trovare nuovi lettori. Che non si rivolga solo a coloro che già amano i libri. Che vada invece a scovare quel grande mondo di non lettori e possa suggerire che un libro è un' esperienza unica, ricca, divertente, interessante. I bambini, i ragazzi e i giovani devono essere gli interlocutori privilegiati. Perché è lì che possiamo ancora inoculare la passione per la lettura. Senza essere «elitari», in nessun modo. Ma vogliamo che i bambini abbiano la possibilità di ascoltare le magiche poesie dalla voce di Bruno Tognolini. Vogliamo che i ragazzi possano incontrare Margherita Hack che ha scritto libri che parlano ai ragazzi di scienza in maniera viva, oppure Rick Riordan che li affascina con i suoi dèi greci in salsa fantasy, o Gherardo Colombo che spiega la Costituzione. Vogliamo che quelli più grandi dialoghino con Saviano, o ascoltino Jeremy Rifkin parlare di energie alternative. Dal nido all' università, tra libri «seri» che affrontano temi importanti e libri da leggere d' un fiato. Coinvolgendo le scuole di ogni grado, e l' università. Mobilitando le biblioteche che a Milano ci sono ancora in ogni quartiere. E certamente l' Associazione editori e le librerie. Un evento che riesca a toccare chi non si fa toccare dai libri. Questo sarebbe speciale e innovativo. Si può fare, se si crede, come noi abbiamo creduto, che i libri e la lettura servano a formare cittadini responsabili e informati, intelligenze aperte e fantasiose, e anche perché no, persone più felici. La capitale dell' editoria risponderebbe e lancerebbe un grande segnale. Allora sì che sarebbe superata quella «concezione ossequiosa e conservatrice» della cultura, di cui ha parlato Stefano Mauri nel suo intervento. Perché i libri continuano nonostante tutto a essere una delle industrie più vivaci, pronte ai cambiamenti e solide nei loro intenti. Il Wall Street Journal ha pubblicato qualche settimana fa una lista delle dieci industrie che stanno morendo perché superate dalla tecnologia. C' è il noleggio di dvd, i negozi di dischi, c' è la produzione di fotografie analogiche, ci sono ahimè i quotidiani su carta. Ma non ci sono i libri e le librerie. E questa è una buona notizia.

Renata Gorgani
amministratore delegato di Editrice Il Castoro 
e direttrice del Festival Quantestorie

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