Alphonse Mucha, 1896 |
Il 1894 è, per Mucha, un anno decisivo. Sarah Bernhardt gli commissiona infatti il primo di una serie di manifesti teatrali che l’artista realizzerà fino al 1900. Gismonda è il primo titolo della serie, già decisamente art nouveau e attira l’attenzione del mondo culturale parigino.
Nel 1900 espone le sue opere, ormai famosissime, all’Esposizione universale di Parigi. Insieme a manifesti e dipinti presenta disegni per decorazioni, bronzetti, monili progettati per il gioielliere parigino Fouquet. Disegna, su commissione di Fouquet, gli interni del negozio in rue Royale che è considerato uno degli esempi più riusciti di architettura e decorazione d’interni art nouveau.
Nel 1904 si reca negli Stati Uniti ma la tiepida accoglienza ricevuta lo induce a tornare in patria. Da allora, fino al 1939, anno della sua morte, si dedica esclusivamente alla pittura di soggetto patriottico. Nel 1936 il museo parigino di Jeu de Paume organizza una grande mostra delle sue opere.
L’eterno femminino
La stagione del liberty europeo e la vicenda artistica di Alphonse Mucha si integrano così saldamente che non è possibile immaginare l’una senza l’altra. Tutto quello, infatti, che nel liberty era forma e sostanza, la decorazione floreale, il gusto geometrizzante, l’eleganza formale, in Mucha divennero quasi un irrinunciabile stile di vita, oltre che di disegno. Portato all’estremo. Si ha quasi l’impressione, guardando i manifesti, i disegni, gli interni dell’artista moravo, che tutto sia un’infinita variazione sul tema, di grande abilità tecnica ma, a lungo andare, ripetitiva e stucchevole. Lo spirito dell’art nouveau diventa quindi, dopo poche immagini, una gabbia stretta e vincolante che non si espande all’esterno ma che resta, perlopiù, superficiale. E infatti la fortuna di Mucha, come rapidamente era salita, altrettanto rapidamente andò tramontando nel gusto del pubblico.
Sarebbe però ingeneroso non riconoscere all’artista i suoi grandi pregi. L’apparire dei primi manifesti per gli spettacoli di Sarah Bernhardt furono salutati da un successo e una popolarità enormi. Con la grande attrice francese Mucha stipulò un contratto per le produzioni teatrali degli anni tra il 1894 e il 1900 e per lei Mucha produrrà dei capolavori grafici, dal primo manifesto per Gismonda, a Medea, a Lorenzaccio, alla Signora delle Camelie.
Stava per cominciare la Seconda guerra mondiale ma Mucha era rimasto idealmente e pervicacemente legato alle figurazioni che gli avevano dato la fama quarant’anni prima, a Parigi.
Testo tratto da: Andrea Rauch, Graphic Design, Mondadori 2006.
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